Milena, un murales per Peppino Impastato

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Milena, un paesino di 3000 abitanti in provincia di Caltanissetta. Difficile pensare che in questo paesino ci fosse movimento e animazione culturale. Invece ci sono stati tre giorni di iniziative in nome di Peppino Impastato, all’interno di un Workshop definito “Isole in movimento”.

In uno spazio indicato come “Ex oleificio” l’Associazione Culturale “Circo pace e bene”, attraverso il suo responsabile, Carmelo Vitellaro, ha organizzato una serie di laboratori dove si sono alternati momenti artistici “di suggestione” con scambi di preparazioni culinarie tipiche dei  diversi paesi d’origine di gruppi di ragazzi europei e africani , questi ultimi gestiti dall’associazione “I girasoli onlus”. L’Associazione si occupa di avviare i ragazzi, in gran parte africani, inserendoli nelle attività lavorative del posto e realizzando corsi per la conoscenza della cultura e della lingua italiana in attesa del permesso di soggiorno, per il rilascio del quale in genere passa un anno. C’erano ragazzi di quattro continenti, provenienti da Nigeria, Polonia, Argentina, Italia, Germania, Guinea, Gambia, Pakistan, Sri Lanca Costa D’Avorio, Marocco Mali, Somalia, Senegal.

In un angolo di una strada intestata a Peppino Impastato i ragazzi hanno disegnato variopinti disegni e hanno dato una serie di tocchi di colore che hanno trasformato i tre muri di cemento che delimitano lo spazio in un variopinto angolo dove campeggia un grande murale con l’immagine di Peppino Impastato, un grande altoparlante, come indicatore di Radio Aut e un altro grande dipinto che fa un richiamo a tutti i paesi del mondo da cui provengono coloro che si sono incontrati in questi giorni. A concludere la tre giorni un concerto di Nonò Salamone e la presentazione del libro di Salvo Vitale “Era di passaggio”: all’iniziativa hanno partecipato l’autore e Faro Di Maggio, compagni di Peppino Impastato, i quali hanno raccontato le loro esperienze e la loro testimonianza sottolineando l’importanza della comunicazione e dell’incontro come momento di rapporto culturale multietnico.

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