Qualità dei due mari

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“Navigando sul mare color del vino, verso genti straniere” scriveva Omero nella sua Odissea descrivendo il mare che circonda l’isola della Sicilia. Un mare scuro, tanto impetuoso quanto benevolo.

È proprio dal mare che si intende partire, grazie ad un progetto che vede coinvolto il trinomio territorio-imprese-cittadini.

Lo scopo del progetto del GAC (Gruppo di Azione Costiera) dei Due Mari è la creazione di un Marchio Territoriale per la valorizzazione e promozione delle produzioni del settore ittico in tutta l’area di competenza del GAC stesso, composta da sei comuni distribuiti tra le province di Ragusa e Siracusa: Portopalo di Capo Passero, Avola, Pachino, Ispica, Pozzallo e Noto.

La mancanza di una filiera, riconosciuta a livello internazionale, che raggruppi al suo interno operatori economici e relativi prodotti e servizi, ha contribuito ad escludere i consumatori non solo dalla fruizione o dal mero acquisto, ma anche dalla conoscenza stessa dei prodotti tipici (e sono tanti!) che può offrire il territorio.

Per ovviare a questo problema, infatti, quello che si propone di fare è riunire sotto il marchio della stessa filiera gli operatori economici della zona  che vorranno aderirvi, agevolando il consumatore in una scelta oculata, districandosi tra un mare magnum di varie offerte e scegliendo prodotti e servizi di imprese plurisettoriali del Sud-Est siciliano.

L’intenzione di rilanciare un’attività come il pescaturismo, sembrerebbe più vicina ad una visione utopica che ad una realtà esistente ed operante. Questo creerebbe posti di lavoro aggiuntivi ed aggiungerebbe valore ai prodotti dell’intero territorio. Inoltre, il GAC, migliorerebbe le infrastrutture ed i servizi per la piccola pesca, attraverso la realizzazione di mercati per la vendita diretta del pescato, da tempo non più tutelato.

Il progetto dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti che hanno un ruolo nella gestione del territorio, spaziando dagli operatori della pesca alle aziende del settore agricolo e dalla ristorazione ad ogni tipo di servizio turistico.

L’intenzione di attuare un piano di sviluppo sostenibile locale che cerchi di rilanciare il turismo, blando nell’ambito del settore ittico e del pescato e di promuovere non solo la pesca, ma tutte le eccellenze territoriali, da quelle turistiche a quelle storiche, passando per quelle culturali, attraverso sinergie di aziende e produttori locali potrebbe funzionale. In teoria almeno.

La realtà è cosa ben diversa. Ciò imputabile non solo ad una carenza politica di promozione e valorizzazione, ma anche per la scarsa collaborazione ed, oserei dire, mancanza di interesse da parte di enti sia pubblici che privati ed imprese che, quanto meno per semplice curiosità, avrebbero potuto informarsi in merito al progetto.

Progetto che consta di diverse fasi, in primis vi è la volontà di presentarlo e farlo conoscere tramite seminari informativi tenuti sul territorio per coinvolgere gli operatori e le istituzioni. L’incontro pozzallese, tenutosi presso lo Spazio Cultura Meno Assenza, lo scorso 4 dicembre 2015 ha visto la partecipazione di pochissimi presenti, di cui un solo rappresentante di azienda. La carenza di presenza soprattutto di coloro i quali l’incontro era rivolto principalmente è da ricondurre forse alla diffidenza da parte delle aziende locali, nei confronti di queste associazioni. Alla conferenza sono intervenuti l’assessore al turismo e allo spettacolo Giorgio Scarso, il ragioniere Paolo Giarletta, esperto di comunicazione e marketing e Lorenzo Taccone, coordinatore del progetto. L’incontro è stato rinnovato, in piazza delle Rimembranze il giorno seguente  accompagnato da una mostra fotografica che immortalava barche, reti e pescatori e si è concluso con un rinfresco a base di pesce fresco, offerto dal ristorante Lo Scoglio.

La fase successiva avviene tramite sei rilevatori, attraverso i quali viene effettuata un’indagine quali-quantitativa sul territorio attraverso la somministrazione di questionari rivolti alle imprese destinatarie del progetto per tastare le loro caratteristiche e la loro offerta.

Successivamente alla redazione della documentazione tecnica, vi è infine la divulgazione dei risultati, da presentare entro l’ultimo dell’anno. Viene quindi spontaneo chiedersi  se si riuscirà per tempo a realizzare gli obiettivi prefissati al principio.

L’entusiasmo degli organizzatori c’è, chissà, magari le aziende riusciranno ad abbracciare l’idea di una potenziale sinergia che contribuirebbe alla crescita del turismo, cosa che, al momento, sembra molto lontana.

Mariachiara Scollo

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