L’udienza è stata rinviata, l’abitudine di alcuni giornalisti di scrivere minchiate no

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Caso Maniaci: udienza rinviata al 14 marzo

Otto ore di udienza, tre ore di camera di consiglio e alla fine la corte ha deciso: tutto rinviato al 14 marzo, data in cui il giudice Gabriella Natale deciderà se accogliere il ricorso dei legali di Maniaci sullo stralcio della sua posizione dal processo, e decidere sul rinvio a giudizio degli 11 imputati dell’operazione Kelevra. Intanto sono state accolte le costituzioni di parti civili di alcune associazioni antiracket, ma attenzione, nei confronti dei mafiosi di Borgetto, non di Maniaci, perché la sua presunta estorsione, non aveva le caratteristiche dell’estorsione mafiosa. Quindi rettifichiamo e abbiamo chiesto ai giornali che le hanno scritte di rettificare le affermazioni non corrette, oppure scritte in maniera tale da lasciar pensare, in prima lettura, che Maniaci è il criminale contro il quale si procederà, con il corollario dei mafiosi di Borgetto, ritenuti meno importanti di lui:

  • Maniaci non è stato arrestato, come leggiamo in una notizia ANSA, ma è stato oggetto di una misura cautelare che prevedeva il divieto di dimora: per due volte ha dovuto lasciare la sua sede di residenza, per uno spazio di quindici/venti giorni ed è rientrato, a seguito di errori di notifica, sino a quando il giudice Aiello non ha deciso che la misura cautelare non aveva senso, poiché non avrebbe potuto impedire eventuali reiterazioni del reato;
  • Maniaci non è stato rinviato a giudizio, così come ancora nessuno dei suoi “compagni” di processo, poiché l’udienza per decidere è stata rinviata al 14 marzo e, in quella data saranno sentite le parti, le accuse e le richieste dei pm e solo dopo, probabilmente in un’altra udienza, il GUP potrà decidere chi rinviare a giudizio;
  • Nessuna associazione animalista si è costituita contro Maniaci, ma lo ha fatto nei confronti di uno degli indagati, accusato di avere ucciso i cani di un commerciante al quale aveva chiesto il pizzo;
  • La costituzione di parte civile della Federazione Antiracket contro Pino Maniaci, sostenuta da un giovane avvocato che lavora nello studio legale di Forello, già avvocato di Addio Pizzo e attualmente candidato a sindaco di Palermo, per il Movimento Cinque Stelle, è stata respinta e dichiarata illegittima, poiché non sono stati ravvisati gli estremi per giustificarla; verrebbe da chiedere a Tano Grasso, che preside questa associazione e conosce bene il lavoro di Telejato: “Perché fai queste cose?”
  • La negata partecipazione del pubblico all’udienza non è stata decisa dal GUP, ma, com’è previsto dalla norma, dalle parti in causa, alcune delle quali, nella fattispecie i mafiosi di Borgetto, si sono dichiarate contrarie;
  • La richiesta di stralcio della posizione di Maniaci, avanzata dai suoi legali, non è stata fatta “per consentire di trattare il suo caso con più speditezza”, cosa che invece è stata chiesta dall’imputato Brugnano, che ha chiesto il rito abbreviato, ma perché la tipologia dei reati, che sono di estorsione semplice e di diffamazione, le circostanze in cui sono stati commessi e, ( ma questo non lo dicono i legali), la chiave di lettura che ne dà Maniaci, ovvero che trattasi di “vendetta” di alcuni settori della magistratura facenti capo all’ex presidente delle misure di prevenzione Silvana Saguto, presentano caratteristiche ben diverse da quelle degli imputati coinvolti nell’operazione Kelevra.

Pertanto invitiamo chi legge giornali e siti a valutare attentamente quello che legge, in quanto è facile cadere in errori di interpretazione ai quali spesso danno adito alcuni giornalisti che, anziché fare un’attenta valutazione dei fatti fanno copia-incolla di notizie passate, riportando errori iniziali non rettificati, oppure costruendo la notizia sulla base dei propri punti di vista, talora viziati anche da risentimenti personali.

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