Expo 2015, bilancio positivo per il Cluster BioMediterraneo. La Sicilia pronta per andare a Dubai

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“Le partite si giocano sempre fino alla fine”. Esordisce così Dario Cartabellotta, responsabile Unico del Cluster Biomediterraneo, a conclusione della fortunata e riuscita kermesse, smentendo chi, a sole 24 ore dall’apertura dell’Expo, lo definiva già un flop.

Ubicato nel posto più visitato di Expo, tra l’albero della vita e Palazzo Italia, il Cluster BioMediterraneo vince la sua sfida e chiude i battenti con un bilancio positivo e visite da record.

Il Cluster ha registrato 2,5 milioni di visitatori. Le presenze sono cresciute nel tempo grazie alla comunicazione e ad un passa parola sulla varietà, la ricchezza e la curiosità: 117 mila presenze a maggio, 180 mila a giugno, 124 mila a luglio, 300 mila ad agosto, 720 mila a settembre, 1 milione a ottobre.

La “Sicilia”, con oltre 350 aziende partecipanti e circa 100 comuni, risulta, quindi, la Regione d’Italia che ha avuto il più grande impatto tra i milioni di visitatori di Expo, valorizzando e promuovendo in maniera unica le eccellenze dei territori, delle aziende e dei prodotti siciliani. Due milioni e trecentomila euro i ricavi del Cluster, che non ha avuto stanziamenti di risorse dalla Regione Siciliana per la gestione e il funzionamento: quasi un milione di euro è stato ricavato dalla vendita di cibo, vino e prodotti siciliani nei 4 chioschi del Cluster (26% nel Wine bar-ristorante, 27% nel Forno con pane e pizze di tumminia, 6% nel Market del Mediterraneo, 17% nel chiosco dei dolci, 4% nell’ape car destinata allo street-food e 20% nel banco granite); cinquecento mila euro sono stati ricavati dalla partecipazione di Aziende e Comuni e quasi un milione di euro dai Gruppi di Azione Locale (GAL) e Gruppi di Azione Costiera (Gac) che hanno realizzato nel Cluster la settimana di protagonismo e cooperazione mediterranea dei propri territori. Sono 150 mila gli scontrini emessi (dato ai primi di ottobre) e 500 mila persone che hanno apprezzato i prodotti di Sicilia, ambasciatori straordinari della Sicilia, divenuta categoria del Food & Wine internazionale, in un appuntamento mondiale del cibo, dove ognuno ha mostrato le proprie identità, dalle carni di coccodrillo a quelle di zebra. “In questi sei mesi ho visto due generazioni di chef Siciliani, fortemente motivati, grandi innovatori e conoscitori del territorio – afferma Cartabellotta – che hanno fatto venire a migliaia di visitatori non solo l’acquolina in bocca, ma anche la voglia di visitare la Sicilia”.

La guida ViviExpo del Corriere della Sera sostiene che piace perché ha il tipico clima accogliente del Mediterraneo: si mangia, si beve e si fa festa e la Sicilia che lo coordina riempie di eventi la piazza comune. Molto apprezzati i chioschi siciliani, l’elegante ristorante algerino, i take away di Libano e Tunisia, oltre che il padiglione dell’Egitto con la navigazione sul Nilo coi visori 3D e schermi interattivi, il miele di Malta, la sala da narghilè dell’Algeria.

“Ci siamo impegnati per sei mesi a creare collaborazione interculturale, a connettere menti e a raccontare territori – conclude il responsabile unico del cluster – la Sicilia ha mostrato grande abilità nel valorizzare l’integrazione delle diversità, mostrandosi pronta ad affrontare le prossime sfide lanciate da Dubai 2020″.

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