La proposta di un elenco, ma sarebbe più opportuno che si trattasse di una graduatoria, la promessa di una legge che centralizzerà su Roma la gestione dei beni confiscati, favorendo le associazioni di respiro nazionale, anziché quelle locali, ritorniamo su una questione di non facile soluzione: i difetti della norma sulle misure di prevenzione sono nella legge o negli uomini (e donne, s’intende) che la applicano? La legge conferisce al magistrato un enorme potere e gli consente di agire, anche sulla base di fragili indizi o, addirittura, su qualche dichiarazione, spesso pilotata e non riscontrata, di qualche presunto collaboratore di giustizia che, pur di avere un trattamento migliore è disposto a dire tutto quello che gli vogliono far dire. Le prerogative del magistrato, dal rinvio, alle proroghe, alla valutazione soggettiva nella scelta dell’amministratore, alla facoltà di reiterare la prevenzione anche se il procedimento penale si chiude con un’assoluzione o un proscioglimento, sono una delle cose più aberranti che mettono in discussione lo stesso significato di giustizia. Per non parlare della strana norma, unica in Europa, che riversa sull’indagato e non sul magistrato l’onere della prova. In pratica il magistrato che ha un sospetto può chiedere all’imputato di dimostrare che quel sospetto è immotivato e, se l’imputato non ha le carte o non lo sa fare, non c’è speranza, è fregato. Si tratta di un residuo di quelle norme che nel 1600 consentivano a re e vescovi di procedere alla confisca dei beni e alla condanna del presunto eretico senza la possibilità di una fase processuale in cui poter difendersi o rendendo una farsa teatrale i vari processi. E quindi è la legge che non va, ma se poi questa legge finisce nelle mani sbagliate, come è successo a Palermo, ecco che i poteri offerti dalla legge diventano arbitrio, delirio di onnipotenza, prepotenza, arroganza, corruzione, concussione, estorsione legalizzata, violenza su chi non ha, per motivi economici, possibilità di difesa, esibizione, controllo capillare di tutto ciò che può costituire ostacolo o promozione in carriera.
Sarebbe opportuno, a nostro parere, ma si tratta solo di alcuni suggerimenti:
Queste sono solo alcune delle discrasie, del malgoverno, dell’incapacità, delle complicità che stanno strangolando l’economia siciliana, in nome di un’antimafia che va organizzata con metodi nuovi e più conformi alla valutazione delle colpe e dei delitti attraverso i quali si è arricchito il mafioso. Queste vanno scisse dall’operato di chi, anche con le sue inadempienze, si è dovuto spesso piegare a richieste estorsive, ma che non ha esitato a denunciare i mafiosi, a prenderne le distanze, ricevendone in cambio il sequestro dei beni.
Se si vuol fare qualcosa di serio, si può cominciare da qui. Ovviamente è un sogno.
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E ingiusto e a mio avviso e pure anticostutuzionale che uno e assolto ne pricedimemto penale deve subire questa forma di dittatura e gli danno le misure di prevenzione personali ma che senso a solo in italia esistono le misure di prevenzioni personali in europa non esistono maaaaaaaaaaaaaaaaaa
Articolo perfetto, lucido, che evidenzia alcune incongruenze e lacune della legislazione oggi vigente che consentono a Magistrati non onesti e Amministratori giudiziari a dir poco farabutti di arricchirsi in modo spropositato. Anche i suggerimenti proposti testimoniano come l'autore abbia una vasta esperienza nel settore: la loro applicazione consentirebbe certamente di eliminare molte storture. Solo sogni? Chissà, speriamo di no. E' importante continuare a tener desta l'attenzione dell'opinione pubblica sulla problematica affinché chi deve legiferare lo faccia in tempi brevi e non cada tutto nel dimenticatoio. Complimenti a Telejato!