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Siete solo ipocriti mafiosi borghesi di merda!!

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“Diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura: perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace! Noi siamo la mafia!”

Non avete mai detto una parola, mai e poi mai vi siete minimamente preoccupati della presenza di soggetti come Pasqualone (arrestato 13 anni dopo che la “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari” nellaRelazione sulle risultanze dell’attività del gruppo di lavoro incaricato di svolgere accertamenti su insediamenti e infiltrazioni di soggetti ed organizzazioni di tipo mafioso in aree non tradizionali” ne aveva già segnalato la presenza e l’attività a Vasto), Ferrazzo, Cozzolino. Nulla di nulla sui vari latitanti di camorra e sacra corona unita, neanche mezzo verso neanche quando si è scoperto che Sandokan Schiavone aveva investito a Pizzoferrato. Nessuna reazione nei decenni neanche di fronte ai rifiuti di ogni tipo che hanno avvelenato, e che ancora oggi continuano a rimanere in varie zone (e su almeno una vicenda silenzio assoluto, zero, poche “voci di paese” ma nessuno che abbia il coraggio di provare almeno ad alzare il pentolone…). Le tre scimmiette a confronto vostro erano campionesse di loquacità e coraggio. Ma non esitate ad additare poveri cristi, a colpire impoveriti e deboli della società, a scoprire di avere una voce per accanirvi su chi non ha voce e forza per difendersi. E, se facendo così fate anche gli interessi di personaggetti che si possono solo definire mafiosi, se vi trovate a schierarvi col forte e col potete ne siete anche contenti, se fate sopravvivere solo la società degli amici, e degli amici degli amici, e degli amici degli amici degli amici, siete felici da fare schifo. Sapete solo muovervi per i vostri speculativi appetiti, per il vostro perbenismo ipocrita e borghese, per sfogare la vostra pancia perbenista. E probabilmente in queste settimane sarete anche in prima fila a celebrare le feste, a mettervi in mostra ostentando il vostro lusso e le vostre facciate di immensa arroganza, senza neanche accorgervi che davanti a voi avete coloro che odiate, che schifate (ma vi guardate mai allo specchio? Ma non vi rendete mai conto che dovreste solo sputarvi in faccia da soli?!), che perseguitate.

Una delle ultime frasi di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo indagò e denunciò l’intreccio politica-imprenditori-camorra che stava avvelenando la “Terra dei Fuochi”, fu “Te stai ad amalgamà? Non è finito un cazzo” rivolta ad un suo amico. Voi invece non solo siete amalgamati, siete proprio impastati, integralmente “cani da guardia”, complici, porci senza ali che banchettate con questo cazzo di sistema, ne siete lo schifoso emblema.

Nel film “I cento passi” l’attore che interpreta Salvo Vitale, compagno storico di Peppino Impastato a Radio Aut, nel monologo in cui denuncia l’assassinio di Peppino urla ai microfoni diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura: perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace! Noi siamo la mafia!”. Questa frase è la vostra ragione sociale, è la ragione stessa della vostra esistenza. Siete solo degli ipocriti mafiosi di merda!!! Potrete ostentare la vostra ricchezza, i vostri colletti bianchi, il vostro arrogante perbenismo d’accatto, la vostra ipocrisia di bassa lega ma non siete altro. Siete solo dei nauseanti mafiosetti del cazzo … Che dalle vostre squallide propagande, dalle vostre “lotte di classe” contro impoveriti, deboli, ultimi e penultimi per difendere il vostro meschino egoismo borghese – parafrasando Pasolini – “vengano figli fascisti che vi distruggano con le idee nate dalle vostre idee, l’odio nato dal vostro odio”.

Alessio Di Florio

Fonte fotografia: peppinoimpastatoproject.wordpress.com

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Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, collaboratore di Wordnews.it e referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora con Pressenza, Giustizia.info, QcodeMagazine, Comune-Info e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e "rotta adriatica" del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di "marcare" la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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