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Incontro a Torre Artale sul tema “Antimafia? Stato di diritto”

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Erano presenti moltissimi imprenditori che in passato sono stati oggetto di misure di prevenzione e che poi sono stati prosciolti nei vari gradi di giudizio penale. Sono intervenuti anche Salvo Vitale e Pino Maniaci che ha espresso le sue perplessità rispetto alla possibilità di cambiare o abolire una legge che dà un enorme potere ai magistrati

Nell’accogliente cornice di Torre Artale, una struttura alberghiera posta per 15 anni e otto mesi sotto amministrazione giudiziaria e riconsegnata al suo originario proprietario il costruttore Alfano, che sta cercando di rimediare ai guasti prodotti da amministratori come Benanti e Caniglia, si è svolto un convegno, anzi, su precisazione degli organizzatori, un’assemblea per un momento di riflessione sulla legge che si occupa delle misure di prevenzione, sui danni prodotti nell’economia siciliana, sulla divaricazione tra il sistema penale e il sistema interdittivo e sulle eventuali proposte di modifica di un sistema inquisitorio unico in Europa.

L’iniziativa, organizzata dal Partito Radicale ha avuto una notevole affluenza di pubblico e un alto livello di analisi, di denuncia, di proposta, sia da parte di coloro che sono intervenuti al dibattito, sia dai relatori. Erano presenti moltissimi imprenditori che in passato sono stati oggetto di misure di prevenzione e che poi sono stati prosciolti nei vari gradi di giudizio penale, ma i cui beni erano e sono ancora oggetto di sequestro. Tra di questi i parenti ed eredi dei fratelli Cavallotti di Belmonte Mezzagno, i fratelli Niceta, l’ingegnere Lena, proprietario dell’Abbazia Sant’Anastasia di Castelbuono, prosciolto da tutto e in attesa che gli restituiscano il bene, l’ing. Rizzacasa, le sorelle Amodeo di Alcamo, il figlio del costruttore Ienna e molte altre “vittime della Saguto”.

Ha aperto i lavori Sergio D’Elia, del Partito Radicale, il quale ha illustrato le motivazioni dell’incontro e l’impegno del suo gruppo politico per cambiare una legislazione che, passata in gran parte l’emergenza, si rivela solo uno strumento dato ai giudici per potere intervenire sorvolando su quelli che sono i diritti dell’individuo previsti e sanciti dalle norme costituzionali. Un saluto è stato dato dal figli di Rosario Alfano, che ha brevemente ripercorso la tragedia passata dalla sua famiglia e gli enormi danni economici, sino al momento del pieno proscioglimento da ogni accusa. Salvo Vitale ha parlato delle vicende dell’emittente Telejato, delle varie inchieste che hanno posto all’attenzione il problema dei beni sequestrati e dell’opportunità di ridare vigore all’associazione In difesa del cittadino, nata nel 2015 per dare voce alle vittime delle ingiustizie di qualsiasi tipo, sempre sapendo distinguere, soprattutto nel mondo dell’imprenditoria siciliana quanto realizzato in maniera fraudolenta e quanto con l’onesto lavoro.

È intervenuto anche Pino Maniaci, che ha espresso le sue perplessità rispetto alla possibilità di cambiare o abolire una legge che dà un enorme potere ai magistrati e ha lamentato la scarsa attenzione data dalle varie testate giornalistiche e televisive, assenti all’iniziativa. Sono seguiti altri interessanti interventi da parte di Rita Bernardini del Partito Radicale, di Elisabetta Zamparutti, componente del comitato Prevenzione Tortura del Consiglio d’Europa, di parecchi altri imprenditori e avvocati, tra i quali Salvatore Galluzzo, Andrea Saccucci, Baldassare Lauria. Presenti anche alcuni uomini politici di varia provenienza.

 

La diretta di Radio Radicale
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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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