Un mare di munnizza

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Ormai siamo in piena emergenza e non si vede nulla all’orizzonte per poterne uscire.

È finita l’estate e invece di fare il bagno a mare ci toccherà farlo tra i rifiuti. Tutti sperano che il Commissario straordinario Agnesi prenda una soluzione, ma il Commissario se la prende comoda, arriva in Comune due volte la settimana, mette le firme che deve mettere e va via, forse anche lui spaventato di quello che vede attorno. E meno male che non è di Partinico e non lo conoscono. La via della monnezza, ovvero quella che va al mercato ortofrutticolo è intransitabile, adesso i sacchetti hanno invaso anche la strada, non parliamo dell’area dove sosta il camion. Non si può valutare neanche la quantità di tonnellate di rifiuti che la ditta che si prenderà questo incarico dovrà raccogliere. Tutte aspettano di essere pagate. La Ecoburgos ha abbandonato il campo. È stata invocata la 121, la legge che consente, se c’è l’emergenza, di accorciare i tempi burocratici, ma ormai, se il prefetto si decide, l’unica speranza dovrebbe esser data dall’arrivo dell’esercito. Pare che un’altra ditta abbia fatto un’offerta, ma si aspetta, si aspetta sempre che almeno tre ditte presentino offerte senza alcuna prospettiva di ricevere i soldi. Gli operai aspettano da due mesi lo stipendio. Sulle adempienze degli uffici comunali stendiamo un velo pietoso. Insomma a munnizza è ormai come la legge del menga, chi ce l’ha se la tenga, e siccome non si può tenere a lungo, perché fa fetu, allora che fare? Prendersela sempre con il cittadino maleducato che la butta per strada?

Intanto val la pena di sottolineare che la differenziata è saltata interamente, che ci vorranno settimane perché tutto riprenda secondo i ritmi consueti, dal momento in cui si farà pulizia, e che non basteranno né la pioggia né le criminali trovate di qualche balordo che dà fuoco riempiendo i polmoni di chi sta vicino di diossina. Insomma, la Bertolino, a confronto, è una santuzza.

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