In carcere è finito un rumeno, Anton Ciurar di 36 anni. L’uomo è incappato nelle attività di controlli in chiave antiterrorismo all’aeroporto palermitano ‘Falcone e Borsellino’.
Personale del locale ufficio di polizia di frontiera, con personale della Digos della questura di Palermo, “effettua controlli incessanti sui passeggeri in transito, sia in arrivo che in uscita dallo scalo palermitano, avvalendosi di preziosi strumenti tecnologici capaci di ”osservare” ciò che l’occhio umano potrebbe difficilmente cogliere”, spiegano dalla questura di Palermo. Ed è quello che è accaduto, nel corso dei controlli dei passeggeri in procinto di imbarcarsi su un volo diretto a Bergamo-Orio al Serio. Tra questi, anche un cittadino rumeno, Ciurar, munito di una stampella, apparentemente destinata all’assistenza motoria.
“Il cittadino rumeno, evidentemente, confidava sul fatto che l’articolo ortopedico, in quanto connesso al suo presunto stato di salute, non venisse esaminato con apparecchiature radiogene – spiegano gli investigatori – Come da protocollo, invece, ogni bagaglio del passeggero è stato passato ai raggi x ed alla scrupolosa opera di scannerizzazione non è passata inosservata un’anomalia di quella stampella”. In un apposito incavo ricavato lungo il ”tubo” della stampella erano stipati oggetti da punta e taglio, tra cui un coltello. Questa circostanza è apparsa inquietante agli agenti che hanno effettuato il controllo,
in “relazione al potenziale nocumento che poteva essere arrecato alla sicurezza del volo ed alla circostanza che una volta sequestrata la stampella, il cittadino rumeno ha evidenziato un’andatura normale e non più claudicante”. Il rumeno non ha saputo fornire alcuna spiegazione plausibile al possesso degli oggetti, raccontando di avere acquistato la stampella da terzi e di non essere a conoscenza, né del vano segreto, men che meno degli oggetti di taglio e punta.
repubblica.it
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