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Misure di prevenzione: qualcosa si smuove per i figli dei Cavallotti

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La vicenda degli imprenditori di Belmonte Mezzagno che, da più di 20 anni hanno avuto sequestrato i loro beni, nonostante nulla provasse che fossero “amici” dei mafiosi, è continuata negli anni scorsi, sotto il regime della Saguto, con l’ulteriore sequestro della Euroimpianti plus, un’azienda creata dagli eredi dei Cavallotti, che si occupava sempre del settore di distribuzione gas e relativi impianti, con la motivazione che, nell’impresa dei figli erano o sarebbero stati in qualche modo coinvolti anche i padri. La segnalazione era stata fatta dall’amministratore Modica de Moach e l’impresa venne allora affidata all’amministratore giudiziario Andrea Aiello, uno di quelli compresi nel pacchetto dei fedelissimi della Saguto. Aiello è stato capace di mettere tutto in liquidazione provocando dieci milioni di debiti. Gli eredi Cavallotti avevano presentato nel 2016 un esposto denunciando la mala gestio dell’azienda, che successivamente è stata restituita, ma come una scatola ormai svuotata di tutto. Il ricorso era stato frettolosamente respinto dal pm Ferrari, che da sempre ha avuto in mano tutto il fascicolo, e che aveva chiesto l’archiviazione, nonostante le indagini della Guardia di Finanza avessero rilevato che esistevano omissioni e azioni scorrette, degne di attenzione. Per una maggiore analisi erano stati richiesti gli atti secretati in possesso delle misure di prevenzione, con le relative giustificazioni, fatture e documenti, ma anche stavolta il pm Ferrari non aveva ritenuto opportuno darle ai finanzieri, perché avrebbero potuto essere rese note cose alle quali i Cavallotti avrebbero potuto attingere per motivare le loro denunce sulla incapacità amministrativa di Aiello. Alla fine, a seguito di una ulteriore opposizione dei legali dei Cavallotti alla richiesta di archiviazione, il giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio oggi ha accolto il ricorso delle parti, e quindi si procederà a un attento riesame per accertare le mancanze gestionali nell’amministrazione giudiziaria. Difficilmente Aiello pagherà per i danni che ha causato. Va precisato che ad oggi, nonostante il dissequestro e la restituzione, per le solite lungaggini burocratiche i Cavallotti non hanno ancora potuto procedere all’acquisizione di quanto loro restituito.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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