Arrestato El Chapo, il boss della droga che era evaso dal carcere in Messico

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Tradito dalla sua stessa vanità. Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, il re del narcotraffico messicano, ricatturato ieri dopo che era rocambolescamente evaso da un carcere si massima sicurezza sei mesi fa, era impegnato nella realizzazione di un film autobiografico, e per questo ha commesso passi falsi.

Lo ha rivelato il procuratore generale messicano Arely Gomez nel corso di una conferenza stampa all’aeroporto di Città del Messico, in cui ha detto che El Chapo aveva già preso contatto con attrici e produttori. Ora ha detto ancora il procuratore Gomez, El Chapo verrà ricondotto nella stessa prigione di Altiplano da dove l’11 luglio scorso è fuggito attraverso un tunnel sotterraneo lungo un chilometro e mezzo. Una fuga spettacolare, che evidentemente secondo el Chapo meritava di essere raccontata in un film.

El Chapo di nuovo in manette, colpo ai narcos messicani. Pena Nieto esulta “è un trionfo dello Stato di diritto” – Due volte è scappato, ma due volte lo hanno ripreso: Joaquin “El Chapo” Guzman, il boss del cartello di Sinaloa considerato il più ricco e potente narcotrafficante del mondo, è stato catturato venerdì 8 gennaio da uomini della Marina militare messicana a Los Mochis, una cittadina sotto il controllo della sua organizzazione criminale. “Missione compiuta!”, ha esultato il presidente Enrique Pena Nieto, annunciando per primo su Twitter l’arresto del Chapo. La sua fuga dal carcere di massima sicurezza di El Altiplano nel luglio scorso, infatti, aveva posto in forte imbarazzo il suo governo, a causa delle evidenti complicità con le quali aveva contato il superboss per una evasione rocambolesca, attraverso un tunnel sotterraneo lungo un chilometro e mezzo. Pena Nieto, in un breve intervento televisivo, ha detto che la cattura di Guzman rappresenta “un orgoglio per l’intera nazione”, nonché “un trionfo per lo Stato di diritto”, che dimostra “che le istituzioni dispongono delle capacità necessarie per affrontare chi minaccia la tranquillità dei messicani”. Ed ha rivendicato i successi nella lotta ai boss: con el Chapo sono 98 i criminali più ricercati assicurati alla giustizia su 122. Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, El Chapo è stato catturato al termine di un duro scontro a fuoco contro gli uomini del boss, cinque dei quali sono morti nella sparatoria, durante la quale è rimasto ferito anche un militare.

Nell’operazione, hanno riferito fonti ufficiali, sono stati sequestrati quattro veicoli, dei quali due blindati, otto armi lunghe, un lanciarazzi e una ingente quantità di dollari in contanti. L’opinione pubblica messicana ha così assistito per seconda volta allo stesso copione. Pena Nieto aveva già annunciato l’arresto del Chapo Guzman su Twitter nel febbraio del 2014, quando altri uomini della Marina militare avevano catturato il narcotrafficante a Mazatlan, una località costiera dello stato di Sinaloa, nel nordovest del Messico, poco lontano da Los Mochis. El Chapo era scappato 13 anni prima, nel 2001, da un altro carcere di massima sicurezza, questa volta quello di Puente Grande, a Jalisco, dove scontava una pena a 20 anni di carcere. La sua seconda latitanza, invece, è durata meno di sette mesi, ed è stata piuttosto movimentata: lo scorso 16 ottobre le autorità hanno informato di uno scontro a fuoco in una località non precisata dello stato di Sinaloa, durante il quale Guzman era rimasto ferito al volto, ma era riuscito comunque a scappare. Anche la seconda fuga del Chapo, insomma, lo ha riportato al cosiddetto Triangolo d’Oro, la remota regione agricola a cavallo fra Sinaloa, Durango e Chihuahua dove è nato 61 anni fa, e dove è ancora rispettato e temuto, come un signore feudale. Resta ora da vedere se il Messico concederà l’estradizione verso gli Usa del narcoboss più ricercato del mondo: Washington l’ha richiesta nel giugno scorso. Secondo analisti della stampa messicana, anche se legalmente l’estradizione potrebbe avvenire anche subito, è probabile che non sia concessa immediatamente.

“In termini strategici risulterebbe raccomandabile tenerlo in Messico almeno per un certo tempo, anzitutto per evitare di far vedere il governo in una posizione di debolezza, e poi perché bisogna ottenere da lui informazioni che sono importanti per le autorità”, ha detto Eduardo Guerrero, analista del quotidiano Milenio.

“Missione compiuta. Lo abbiamo preso”. Così il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha annunciato su Twitter l’arresto Joaquín Guzmán Loera, detto El Chapo, capo del cartello del narcotraffico di Sinaloa. El Chapo è stato arrestato sette mesi dopo la sua fuga da una prigione di massima sicurezza. Lo scorso ottobre era stato ferito ad una gamba e al volto durante un’operazione di polizia per catturarlo in una zona montuosa nel nord-ovest del Messico. Il signore della droga era fuggito da un altro carcere di massima sicurezza nel 2001, nascondendosi per anni nelle aspre montagne dello Stato di Sinaloa.

12 SECONDI PER LA FUGA, ECCO IL VIDEO

Ansa

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