13 settembre, pagina di diario

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I fatti del giorno raccontati con ironia nella nostra rubrica “pagina di diario”

Sul piano internazionale la notizia è che Orban e tutti i suoi amici xenofobi, compreso Salvini, l’hanno presa…male, perché il Parlamento europeo ha deciso di applicare le sanzioni previste dal Trattato dell’Unione, per violazione dello stato di diritto. E non si tratta di numeri su cui si può discutere: 448 contro 197, con 48 astenuti, è un risultato chiaro, vuol dire che chi vuole stare in Europa deve accettare le condizioni dei suoi trattati e non scaricare solo su alcuni paesi il problema dell’accoglienza dei migranti. Si dovrebbe dire che, in un certo senso questa è una vittoria della richiesta italiana di aprire le porte e di non lasciare l’Italia sola a gestire le migrazioni, e invece il solito Orban con il suo amico e compagno Salvini, hanno detto peste e corna, perché così si vuole penalizzare chi vuole blindare i propri confini. Salvini, ch ormai si sente il padrone dell’Europa, ha detto che se ne sbatte e che non farà sanzioni all’Ungheria di Orban. Il Movimento cinque stelle ha votato con la maggioranza, Salvini e i Berluscones con l’opposizione.

Il presidente della Repubblica Mattarella ha messo i puntini sulle i e ha precisato che nessuno è al di sopra della legge: il riferimento alla sparata di Salvini: “Io sono stato eletto, loro no”, e quindi il volere nascondersi dietro il voto popolare per ritenersi al di sopra della magistratura, è evidente: “la giustizia non deve fermarsi davanti a chicchessia, ha detto Mattarella, ma neppure dare l’impressione che alla base possa esserci contaminazione politica”. Il tentativo d’intimidire la giustizia trova anche un altro elemento nella lettera con minacce di morte e con un proiettile recapitati al pm di Agrigento Patronaggio, che ha inviato a Salvini un avviso di garanzia accusandolo di sequestro di persona a seguito del blocco della nave Diciotti: “Zecca, sei nel mirino” c’era scritto, con un pennarello nero.

Intanto si sono riaperte le scuole, si alza il sipario, si vede il signor preside che abbraccia il segretario. I problemi sono quelli di sempre: classi stracolme, istituti non a norma, docenti spostati come birilli, mancanza di strumenti e sussidi didattici, mancanza di fondi indispensabili per far fronte alle emergenze quotidiane. Ma il carrozzone va avanti, senza che il neoministro si sia neanche degnato di dare un saluto e inviare un messaggio agli studenti.

Operazione kelevra: oggi doveva esserci un’udienza, anche per sentire uno degli imprenditori, ma l’udienza non ha avuto luogo poiché il giudice Giaimo s’è sentito male. Comunque si procede a ritmo serrato e c’è chi pensa che entro la fine dell’anno si andrà a sentenza con una bella assoluzione di tutti gli imputati.

Solito colpo d’ala a Partinicopoli: da oggi siamo di più: è tornato a casa, agli arresti domiciliari, Giovanni Vitale, figlio di Vito Fardazza: l’altro ieri avevamo dato notizia del rilascio senza fermo giudiziario dell’altro fratello Michelino, sorpreso senza patente alla guida di un’auto, e assieme ai due non possiamo che aggiungere anche lo zio Michele Fardazza senior, che nonostante la sua vocazione di agricoltore, passeggia in vestito tra le vie di Partinico e cerca di dare sfogo anche al suo grande amore per il calcio.

Torniamo per un attimo alla notizia del camion fantasma che ha rovesciato i rifiuti a Giammiruni: ieri in un incontro degli avvocati con la ditta Co.ge.si è stata ribadita l’estraneità della ditta al fatto: si sta preparando una documentazione, da offrire al magistrato incaricato delle indagini per dimostrare che nella giornata del 25 agosto il cielo non era nuvoloso, come nella foto, ma splendido, che i mezzi avevano pulito il piazzale e non avrebbero avuto motivo di riempirlo di nuovo di monnezza. La richiesta di danno all’immagine sarà notevole, in quanto la Co.ge.si, dopo questo episodio, si sta trovando con una serie di comuni che vogliono sciogliere i contratti. Può essere che, non avendo come pagare, il comune di Partinico offrirà come risarcimento Palazzo Ram, che ormai è stato messo nel mercato immobiliare.

Da oggi i cittadini di Partinico sono invitati a non morire di sabato e di Domenica, in quanto troveranno le porte del cimitero chiuse: se qualcuno, e si tratta di articolisti, che stanno in servizio quattro ore al giorno, vorrà aprire, si potrà, tutt’al più lasciare la bara all’aperto, in attesa della tumulazione che sarà possibile a partire dal lunedì successivo. Quindi il morto potrà passare una nottatina all’aperto, tanto per respirare ancora la brezza notturna. Se dovesse piovere la bara sarà coperta con qualche telone. Quindi il “riposino in pace” potrà valere solo da venerdì al venerdì successivo.

Ma se il cimitero è chiuso e c’è bisogno del pass, non diverso si presenta il Comune: stamane i nostri due operatori sono stati fermati all’ingresso, si è chiesto loro il motivo della visita, il documento d’identità ed è stato dato un tesserino-lasciapassare valido solo per la giornata. Chi entra senza permesso è un abusivo. È stato poi chiesto di inoltrare al sindaco apposita richiesta per un permesso d’accesso permanente, in modo da evitare disguidi e perdite di tempo, ma dentro il palazzo c’è chi “mussia”, perché ha paura che alcuni dipendenti comunali non passino notizie e anticipazioni a questi giornalisti ficcanaso.

E si è scoperto, anche, grazie ai controlli dei vigili urbani, che a Partinico c’era una moschea abusiva: in pratica la comunità di circa 60-80 marocchini ha trovato un posto per pregare dentro la casa di un privato, ma siccome la destinazione d’uso del locale non era quella di una moschea, ma di un magazzino, i vigili e il responsabile del settore urbanistico hanno deciso che il locale svolgeva una funzione per cui non era stato autorizzato e che forse era stato innalzato qualche tramezzo abusivo. Oddio, non dovrebbe esistere che una comunità di fedeli di altra fede, nel momento in cui si riunisce per pregare, debba avere la destinazione d’uso del locale: per pregare non ci dovrebbero essere permessi speciali, a meno che non si tenga conto delle norme di sicurezza. I fedeli musulmani ieri si sono messi a pregare fuori: si spera che non gli si contesti l’occupazione di suolo pubblico. Nello stesso tempo hanno chiesto un incontro col sindaco per vedere se è possibile usufruire di qualche locale sequestrato alla mafia o di qualche altro immobile da adibire a luogo di culto. Magari qualche stanza di Palazzo Ram o del palazzo comunale. Dubitiamo che la richiesta possa essere accolta, perché ci sarà sempre dentro Partinicopoli il solito cretino pronto a gridare “Dove siamo ridotti!” e il politico che si opporrà, solo per farsi propaganda osteggiando una soluzione di questo tipo, con il consenso di tutti quelli che si professano cristiani e che negano che si possa concedere un luogo per pregare a chi al posto di Dio crede in Allah, che è grande quanto Dio.

Ed anche per oggi abbiamo trasmesso.

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