11 ottobre, pagina di diario

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Il diario del giorno

Un’altra piantagione di 500 piante, più quelle già essiccate in apposito impianto, è stata ritrovata a Partinico, a due passi dal centro abitato. Dopo i numerosi ritrovamenti degli scorsi giorni, possiamo confermare quello che da tempo sosteniamo, ovvero che Partinico è uno dei punti centrali di produzione e di smercio di marijuana, come del resto anche in passato, al punto che è stata definita la “Medellin” della Sicilia. Se la marijuana fosse legale, vista l’ottima qualità prodotta a Partinico, il paese potrebbe risolvere tutti i suoi problemi economici, oltre che vivere in una beata condizione di sballo. Ma non è così e pertanto chi contravviene alla legge va in carcere. Le piante sono state bruciate non all’interno del fumaiolo della za Nina, come avevamo suggerito, ma in contrada Sirignano, vicino allo svincolo autostradale. Tanta erba andata in fumo.

Le azioni in borsa della Juventus sono in ribasso a causa dei problemi amorosi del suo più noto calciatore, Ronaldo. Il fuoriclasse è stato accusato, prima da una donna, poi, da un’altra, poi da un’altra ancora, di violenza, stupro e altri atti di libidine. Insomma tutti vogliono soldi, mentre sono in tante le donne che sognano un rapporto sessuale col campione, magari pagandolo.

Un altro deputato regionale è finito in carcere, dopo Mineo, per voto di scambio e collusioni mafiose: si tratta di Pippo Nicotra, legato ad ambienti della mafia catanese. Normale amministrazione.

Dopo il ponte sull’autostrada Palermo Catania, dopo quello di Genova, ieri ne è crollato uno in Sardegna ed oggi, per evitare problemi, è stato chiuso quello in contrada Santa Caterina, che porta dalla Scuola Media Cassarà al supermercato Ard. Meglio mettersi il ferro dietro la porta.

Ieri pomeriggio il Consiglio comunale di Partinico ha continuato i suoi lavori. Sono volati paroloni tra il consigliere Renzo Di Trapani e il consigliere Comito, a proposito dell’atto d’indirizzo riguardante l’illuminazione. Di Trapani ha definito “terroristiche” le affermazioni del Comito. Tra le tante frasi il Comito ha chiesto l’azzeramento della giunta e il rinnovo degli assessori. Forse pensa di farcela ad arraffare qualcosa. Ma la vera questione è quella che si vuole usare la giustificazione del dissesto per invitare le ditte che hanno partecipato alla gara a restarsene a casa, come ha fatto con una comunicazione di difficile interpretazione lessicale e grammaticale, l’assessore Lodato, invitando i responsabili comunali Gallo e Piscitello a informare le ditte in causa, che il Comune è in dissesto. A parte il fatto che le ditte già lo sanno già, perché tale informativa? Probabilmente per dire loro che soldi non ce n’è e che conviene abbandonare tutto e lasciare tutto in mano al Comune, che poi penserebbe a organizzare il settore. C’è qualcosa di profondamente errato in tutto questo: il dissesto non c’entra e non c’entra niente con l’illuminazione. L’illuminazione è un servizio essenziale e gli 800 mila euro annui, cioè la somma con la quale una ditta ha vinto la gara, impegnandosi ad assicurare tutta l’illuminazione urbana, grazie a una delibera della giunta Lo Biundo del 16.01.2017, sono una cifra che esula dai problemi legati al dissesto. Quindi si tratta di questioni di lana caprina, perché la ditta aggiudicatrice ha tutti i motivi di rivalersi nei confronti del comune, qualora esso non facesse fronte all’impegno preso.

E per oggi abbiamo trasmesso.

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