I 120 lavoratori edili di Ati Group, Emar ed Ediltecna protestano contro i licenziamenti alla vigilia dell’incontro di domani mattina tra l’Agenzia per i Beni Confiscati e l’Ufficio provinciale per definire le procedure dei licenziamenti. “Noi restiamo fermamente convinti che i la procedura dei licenziamenti vada revocata e che ci siano forti responsabilità da parte dell’Agenzia, che non sta svolgendo il proprio ruolo, col rischio che lo Stato perda sempre più credibilità nella lotta alla mafia – afferma il segretario della Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra – Il direttore Postiglione si era impegnato a convocare un nuovo incontro per definire la posizione dell’Agenzia in merito alla continuità produttiva dei lavoratori dell’ex gruppo Aiello o con la cooperativa già costituita dai lavoratori o con altre soluzioni previste dalla legge. I licenziamenti sarebbero la conclamazione del fallimento della gestione delle aziende sequestrate e confiscate. Ci siamo rivolti al ministro Alfano per la convocazione del tavolo ma fino oggi non abbiamo avuto nessuna risposta. Il silenzio aumenterà la rabbia e la protesta dei lavoratori”.
Dopo la manifestazione di stamattina, domani i lavoratori si recheranno a Palermo all’ufficio provinciale del lavoro. Sulla vertenza dei lavoratori delle aziende edili confiscate di Bagheria interviene anche la Cgil Palermo. “A 13 anni di distanza dal sequestro non esiste un progetto di gestione complessiva delle aziende e dei lavoratori, circa 120 tra operai metalmeccanici e impiegati. In questa situazione – afferma Mario Ridulfo, componente segreteria Cgil Palermo – lavoratori e famiglie vivono una condizione di disagio a volte al limite dell’indigenza. Questa condizione rischia di vanificare anni di battaglie per la legalità che hanno visto questi lavoratori nella veste di preziosi testimonial dello sviluppo. Per questo è indispensabile che tutti coloro i quali hanno responsabilità di governo nelle aziende confiscate trovino assieme ai lavoratori e al sindacato una soluzione che non può essere il licenziamento”.
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