Oltre all’arma, di fabbricazione italiana, gli investigatori hanno recuperato all’interno del feretro, tumulato nel cimitero di Santa Maria di Gesù, anche una borsa con vari oggetti. Badalamenti era stato arrestato per l’omicidio di Michele Lipari il 22 agosto 1979, si era finto pazzo riuscendo ad ottenere la semi infermità mentale e a evitare l’ergastolo facendosi rinchiudere nel manicomio giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto per 18 anni. Scontata la pena, nel 1999 fu investito da Bernardo Provenzano della carica di reggente del mandamento più importante della città. Arrestato dai carabinieri nel 2003 con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione, morì due anni dopo per malattia.
La confessione del neo collaboratore di giustizia Salvatore Bonomolo ha aiutato gli inquirenti a risalire all’arma: l’uomo ha riferito che, prima della tumulazione del cadavere, aveva inserito all’interno della bara di Badalamenti una pistola e un pacchetto di sigarette. L’arma verrà trasmessa al RIS di Messina per l’analisi balistica e per verificare se in passato sia stata utilizzata per commettere delitti.
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