Una task force, rigorosamente gratuita, per salvare il patrimonio culturale siciliano e svegliare dal letargo la Regione. Il modello è quello della Protezione civile che, in occasione di una calamità, istituisce gruppi di lavoro coordinati per interventi immediati. Ed è un terremoto quello che ha investito i beni culturali siciliani protagonisti di una crisi dalle radici annose ma, oggi, quanto mai preoccupante fatta di carenze, disservizi e inadempienze amministrative. La proposta è del direttore dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr, Daniele Malfitana, che scende in campo all’indomani delle ennesime denunce sulle condizioni di incuria in cui versano i tesori dell’Isola e sul rischio che l’Unesco possa ritirare il suo riconoscimento per l’inadempienza degli enti pubblici in termini di gestione, tutela e valorizzazione. Malfitana si candida a guidare un gruppo di lavoro a sostegno del governo regionale per studiare, proporre ipotesi di restauro e contribuire al rilancio dei beni culturali siciliani in pericolo a partire dai siti Unesco. «La gestione del patrimonio fa acqua da tutte le parti – dice il docente – La situazione è molto chiara e allarmante. La Sicilia è umiliata, ogni giorno, dalle notizie sulle condizioni di degrado e disinteresse che connotano i suoi più grandi gioielli, a partire dal Teatro greco di Siracusa. Di certo, il punto cruciale è la gestione inadeguata. E il pericolo, anche solo paventato, di perdere la titolarità Unesco per alcuni dei nostri siti davvero è allarmante. Ma ci rendiamo conto di quello che sta accadendo? Qui non è più l’Europa che bacchetta l’Italia perché non ha i conti economici in ordine e la invita ad attrezzarsi a compiere le riforme: qui è il mondo intero che dice, molto semplicemente, che il patrimonio Unesco siciliano fatto di contesti archeologici, monumentali e naturalistici straordinari è sull’orlodi un dirupo». Un tesoro che rischia di sgretolarsi giorno dopo giorno. Un patrimonio che viene calpestato! «Credo davvero che la classe politica siciliana non riesca a cogliere la portata del pericolo e non sia ferita dall’enorme discredito sul sistema complessivo isolano – dice Malfitana – che il comitato Unesco getterebbe nel caso in cui la revoca dovesse avvenire. Ma già adesso la Sicilia è accusata di non gestire il patrimonio in maniera corretta; non riesce a spendere le risorse: insomma non sembra in grado di far qualcosa per ottemperare alle regole che l’Unesco detta.
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