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21 anni fa veniva ucciso Don Peppe ‪‎Diana‬

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Giuseppe Diana, meglio conosciuto come Don Peppe Diana (Casal di Principe, 4 luglio 1958 – Casal di Principe, 19 marzo 1994), è stato un sacerdote italiano, assassinato dalla Camorra per il suo impegno antimafia.

Giuseppe Diana nacque a Casal di Principe, comune dell’entroterra agro-aversano, in provincia di Caserta. Finiti gli studi elementari presso l’Istituto delle suore di Sant’Anna, entrò nel 1968 nel Seminario vescovile di Aversa. Prese la maturità classica nel ’76 e subito dopo venne ammesso alla Facoltà di Teologia di Posillipo. Contemporaneamente, si iscrisse alla facoltà di filosofia presso l’Università Federico II di Napoli. Nel 1978 entrò nell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), come caporeparto. []

L’omicidio

Alle 7.20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Giuseppe Diana venne assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, poco prima di celebrare la santa messa. Il killer sparò cinque colpi di pistola (due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo), uccidendo il parroco all’istante. L’omicidio, che rispettava la simbologia degli omicidi di Camorra, fece scalpore in tutta Italia. L’allora Pontefice, Giovanni Paolo II, lo ricordò durante l’Angelus del 20 marzo 1994:

«Sento il bisogno di esprimere ancora una volta il vivo dolore in me suscitato dalla notizia dell’uccisione di don Giuseppe Diana, parroco della diocesi di Aversa, colpito da spietati assassini mentre si preparava a celebrare la santa messa. Nel deplorare questo nuovo efferato crimine, vi invito a unirvi a me nella preghiera di suffragio per l’anima del generoso sacerdote, impegnato nel servizio pastorale alla sua gente. Voglia il Signore far sì che il sacrificio di questo suo ministro, evangelico chicco di grano caduto nella terra, produca frutti di piena conversione, di operosa concordia, di solidarietà e di pace. Don Giuseppe Diana ha condiviso con il sangue il sacrificio di Cristo Redentore.»

Ai funerali parteciparono circa ventimila persone e alle finestre furono stese lenzuola bianche.

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Redazione

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  • la differenza tra i siciliani di oggi e i campani di oggi. Noi siciliani abbiamo preso coscienza della lotta alla mafia, noi siamo cambiati, noi nuove generazioni. Nessuno in Campania manifesta per Don Diana, noi ogni anno ricordiamo Don Puglisi. Se non cambiano le coscienze le loro idee non potranno mai camminare sulle nostre gambe.

  • la differenza tra i siciliani di oggi e i campani di oggi. Noi siciliani abbiamo preso coscienza della lotta alla mafia, noi siamo cambiati, noi nuove generazioni. Nessuno in Campania manifesta per Don Diana, noi ogni anno ricordiamo Don Puglisi. Se non cambiano le coscienze le loro idee non potranno mai camminare sulle nostre gambe.

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