Il processo, affidato al giudice monocratico Mauro Terranova, ha subito registrato un rinvio all’8 gennaio 2018 per una serie di mancanza di notifiche, che non sono pervenute in particolare alle parti offese, Vito Spina e Lo Biundo e al loro avvocato Bonnì. Va rilevato che, a parte gli avvocati della difesa di Maniaci e lo stesso Maniaci, degli altri non c’era nessuno. Quello degli errori di notifica, dei ritardi, dei difetti procedurale è una delle tante caratteristiche dei tribunali, che inevitabilmente comportano rinvii e aggiornamenti, in attesa che tutto sia al completo. Tanta gente, nel nostro caso, per la verità non molti, che si presenta, rispetto ad altri che, per una vicenda o per un’altra è assente. E io pago, direbbe il comune cittadino.
Una volta si diceva: Agneddu e sucu e finiu u vattiu, ma in questo caso non c’è stato né agnello, né sugo e neanche vattiu. E quindi tutto rinviato, “Tutto da rifare pover’uomo”, come nel titolo di un libro dello scrittore americano Hans Fallada, scritto nel 1940. Il pover’uomo, in questo caso è il solo e solito imputato, sempre lui, Pino Maniaci.
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