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31 luglio, pagina di diario

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31 luglio 2018

Ieri Ronaldo è arrivato a bordo del suo jet privato all’aeroporto di Torino. Occhiali scuri, figlioletto in braccio e sei suv ad attenderlo per il trasferimento in una lussuosa villa sulle colline di Torino, dove il giocatore potrà allenarsi e fare una vita da pascià con le 25 persone al suo seguito. Il più famoso giocatore del mondo è stato acquistato dalla Juventus per 105 milioni di euro. Al giocatore andranno 120 milioni complessivi netti, per un contratto quadriennale da 30 a stagione per l’esattezza (240 milioni complessivi). A queste cifre andrà ad aggiungersi l’inevitabile commissione al super agente Jorge Mendes, vero tessitore della maxi operazione. Si parla di una cifra oscillante tra i 20-25 milioni. Totale di 250 milioni di euro. Sei volte tanto rispetto alla cifra di 40 milioni di euro che si risparmierà con il taglio dei vitalizi ai parlamentari. Si potrebbe davvero gridare allo scandalo, sia per la commercializzazione della vita di un uomo, trattato come merc, sia per le impressionanti cifre. E si potrebbe anche aver da ridire sul fatto che Ronaldo ha 34 anni e tra quattro anni, come da contratto, sarà cotto e pronto per andare in pensione. Pare che la Juve abbia messo sul mercato l’altro asso Higuain, che non ha nulla da invidiare al campione portoghese,  si dice in prestito, per 40 milioni al Milan o al Chelsea.

E tuttavia queste cose non fanno notizia, come non fa notizia sui giornali nazionali, se non come normale fatto di cronaca, l’altro gravissimo fatto  dei minori, già ospitati presso la struttura alberghiera del New River, tra Partinico e Borgetto, schiavi di un turpe mercato di lavoro nero costretti, per dodici euro al giorno a lavorare come schiavi nelle campagne di Partinico o in pizzeria. Il fatto è stato scoperto dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura per i minorenni che ha individuato otto  imprenditori  nei confronti dei quali il giudice per le indagini preliminari Guglielmo Nicastro ha emanato una serie di misure interdittive, anche nei confronti dei gestori della cooperativa New River di Borgetto che aveva ricevuto in affidamento i minorenni ed invece si sarebbe trasformato in un centro per l’impiego in nero dei ragazzini di 16 e 17 anni. Le persone coinvolte sono: Vincenzo Alduina, titolare della pizzeria La Sorgente di Borgetto; Giuseppe Criminisi, psicologo di Agrigento e responsabile della comunità New River; Giuseppe Mario Di Bella, agricoltore di Partinico; Francesco Lo Baido, agricoltore pure lui di Partinico, così come Pietro Lo Baido; Antonino Lombardo, titolare dell’immobile che ospita la comunità New River; Maria Teresa Lombardo, proprietaria della pizzeria New River di Borgetto, e Andrea Carmelo Meli, di Caltanissetta, amministratore della coop EsseQuadro che gestisce la comunità New River. Le indagini, partite da una segnalazione sulle pessime condizioni igienico sanitarie della struttura che ospitava i minorenni, si sono sviluppate sulle testimonianze di ragazzi impauriti, costretti a vivere in mezzo alla sporcizia, al punto da andare a rifornirsi di acqua presso i locali acquedotti, percorrendo chilometri a piedi, anche per andare al lavoro,  con gravi rischi per la loro incolumità. Un ragazzo, mentre lavorava si è bruciato la mano, ma al pronto soccorso ha dovuto mentire sulla reale causa della ferita. La comunità, gestita da una società fiorentina, è stata chiusa e gli ospiti trasferiti altrove.

Quella del facile mercato di lavoro nero al quale sono sottoposti i migranti, non è una novità: li vanno a cercare nelle loro strutture di accoglienza e li pagano da dieci a 20 euro al giorno, mettendo in concorrenza questa forza lavoro con quella dei lavoratori locali e con quella di coloro che sono “messi in regola” con retribuzioni contrattualmente tre-quattro volte più alte. Sono cose che diciamo da tempo, che tutti sanno e che tutti fingono di non vedere, anche perché fa comodo sfruttare a basso costo la manodopera. Su quest’ultimo episodio, che nasconde ben altre gravi situazioni, nessuno parla, mentre tutti parlano della campionessa di colore, di lancio del disco, alla quale è stato tirato un uovo in un occhio, con le bucce che le hanno creato lesioni. Sembra quasi dimenticato l’episodio di Aprilia, nel quale un migrante ha perso la vita preso a botte da improvvisate ronde che si sono messe in testa di sostituirsi alle forze dell’ordine. Insomma la situazione è brutta, ma secondo Salvini non c’è nessun allarme, tutto è tranquillo, si tratta di episodi isolati gonfiati ad arte dalla stampa di sinistra. E per chiuderla con l’argomento, ieri una nave italiana ha riportato in Libia un centinaio di naufraghi, dopo averli soccorsi, scatenando le critiche di coloro che sostengono che i porti libici non sono sicuri, e le approvazioni di coloro che invece sostengono che va bene così, così imparano a starsene a casa loro.

Sul piano locale abbiamo una lettera del consigliere comunale Giusi Di Capo che condanna l’episodio di razzismo avvenuto a Partinico e, come è abitudine dei grillini, cerca una giustificazione al presente attribuendone le cause alla passata amministrazione.

Il sindaco continua la sua crociata del voler fare tutto lui, al punto che sembra Giacomo Leopardi che, nella canzone all’Italia grida: “Qua l’arme, combatterò io solo, io sol procomberò”. A monte di tutto questo c’è un errato concetto del termine “autorevolezza”, tanto caro a lui, secondo il quale non è l’autorità, ma la forza di convinzione e l’esempio a convincere i dipendenti comunali e i cittadini a fare bene il loro lavoro. Cosa che potrebbe valere in qualsiasi civile paese ma non vale in alcun modo nella Repubblica Libera di Partinico.

Arriva intanto notizia che l’assessore regionale Malarazza ha declassato tutto l’ospedale di Partinico, così imparano a non rompere…

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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