“Le indagini – dicono dalla questura – hanno registrato l’ingresso illegale, solo nell’ultimo periodo, di centinaia di cittadini, provenienti prevalentemente dall’India, dal Pakistan e dal Bangladesh”.
Un giro d’affari di oltre sette milioni di euro. Superavano i quindicimila euro le somme che ogni cittadino straniero doveva pagare ai connazionali per arrivare in Italia, un fiorente business favorito soprattutto dalla corruzione di alcuni dipendenti pubblici. Risulta eclatante il caso di un impiegato della Regione Sicilia che sfruttava la posizione di alcuni colleghi per consentire la realizzazione del lucroso profitto dietro compenso economico. Nell’operazione sarebbero coinvolti anche famosi impresari del circuito circense nazionale ed internazionale che, date le precarie condizioni economiche del loro reparto lavorativo, cercavano negli affari illeciti una proficua fonte di reddito a vantaggio di tutta l’organizzazione. Sono in corso perquisizioni e sequestri negli uffici pubblici dove operavano gli indagati.
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