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Monreale “Dovevamo mangiare le arancine… invece siamo finiti noi in padella”

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Così ha affermato una delle dodici persone che sono state tratte in arresto, sabato 13 dicembre, dai Carabinieri della Compagnia di Monreale, perché, in concorso tra loro, avevano alimentato abusivamente di energia elettrica due intere palazzine.

L’allaccio era stato realizzato con un cavo trifase 16×3 mm2, direttamente nella cassetta dell’E.NE.L.. I condomini non si erano assolutamente limitati nelle spese, che di fatto non c’erano, tant’è vero che oltre a televisori, condizionatori, stufe e lampade, avevano collegato anche un montacarichi elettrico, tanto per sopperire alla mancanza dell’ascensore. Ad aggiungere una nota di spiacevole amarezza all’operazione è stata la vigliaccheria dei mariti che, colti di sorpresa dal controllo congiunto dei militari dell’Arma e della squadra di tecnici E.N.E.L., hanno accusato le proprie mogli, senza alcuna remora, dell’allaccio abusivo nei vari appartamenti. Infatti, sette delle dodici persone arrestate sono donne. Inoltre, cinque di queste sfortunate consorti erano già state denunciate, in una precedente occasione, per abusivismo edilizio. L’operazione “a tappeto” svolta dai Carabinieri della Compagnia di Monreale ha insomma evidenziato, oltre all’ormai già noto ed ampiamente diffuso fenomeno dell’energia elettrica, come sia ingannevole il mito dell’Onore tra l’Uomo siciliano di oggi: per economia processuale e con la paura che i loro precedenti penali li avrebbero ulteriormente sfavoriti a processo avviato, i mariti si sono letteralmente “nascosti” dietro le loro donne. Grazie all’intesa tra i Carabinieri e la Procura, dopo l’arresto i 12 sono stati liberati con decreto motivato ed hanno atteso la convalida regolarmente giunta in settimana: ricorderanno sicuramente la ricorrenza di Santa Lucia del 2014.

In altre due distinte operazioni i Carabinieri hanno tratto in arresto, nella giornata di martedì due uomini per lo stesso reato di furto di energia elettrica in due distinte abitazione di via Cavallacci, anch’essi posti ai domiciliari in attesa della convalida poi intervenuta ieri, e nella giornata di mercoledì una coppia di imprenditori che aveva rilevato il locale per ricevimenti “Villa Medea” di Pioppo: questi ultimi avevano pensato di ammortizzare le spese applicando un magnete al contatore che abbattesse i consumi del 95%. In manette anche loro ed ai domiciliari, all’esito della convalida sono stati rimessi in libertà in attesa delle ulteriori fasi del processo.

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Redazione

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