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La vittoria degli imbecilli

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Gli ultimi attentati di Parigi hanno colpito nel segno. In pratica gli imbecilli che hanno concepito questa bravata assassina su persone inermi, “i valorosi combattenti nel nome di Allah”, hanno raggiunto il loro obiettivo: fare vivere tutto l’occidente nel terrore e turbare i sogni di chi, ormai da secoli, sta vivendo, malgrado tutte le crisi e le guerre, in una condizione di opulenza che attrae migranti, avventurieri, affaristi e magari turisti.

E gli imbecilli dell’occidente, quelli nostrani, giornalisti, poliziotti, governanti, giocatori, negozianti, albergatori, si sono subito affrettati a vivere questa paranoia, ad entrarci interamente, a gonfiare l’incubo sino all’esasperazione, a lasciarsi stringere dalla psicosi dell’attentato, dal lupo cattivo che, in qualsiasi momento, può sbucare dal nulla e mettersi a sparare o farsi esplodere. È un pullulare di controlli, di ispezioni, di telefonate anonime, di pacchi di spazzatura lasciati in qualche angolo e scambiati per bombe, di visi sospetti, magari perché con la grinta truce e i tatuaggi su tutto il corpo. Quelli che sono i punti d’incontro, il pulsare dell’umanità che si guarda in faccia e scambia idee, sono oggi luoghi deserti.

Hanno vinto gli imbecilli, che vogliono rilegarci nella solitudine, che vogliono impedire la circolazione delle nostre idee e della nostra cultura, ma anche gli imbecilli nostrani che riescono ad essere furbi solo nel dirottare ingenti somme per acquistare armi, rafforzare inutili misure di sicurezza e impedire lo svolgersi delle normali attività, tanto per dare dimostrazione che lo stato esiste e provvede. E Salame, un imbecille giovanotto capace, come i vigliacchi e i mafiosi, solo di agire nell’ombra e di sparare nel mucchio, è diventato l’uomo più importante d’Europa. I servizi segreti americani segnalano, guarda un po’ che fantasia, come luoghi a rischio attentato il Vaticano e il Duomo di Milano, e tutti prendono in seria considerazione la sbruffonata della bandiera nera sulla cupola o sull’obelisco di piazza San Pietro. Papa Francesco sembra uno dei pochi a non essere caduto nella trappola: andrà in Africa e senza macchine blindate. I restanti imbecilli, i razzisti, i coglioni, gli sciacalli e i fascisti delle nuove destre europee tuonano contro l’Islam “assassino”, contro “l’Isis” terrorista, contro i profughi e contro i governi che, a parte le dichiarazioni d’intenti e i bombardamenti con i droni, non vogliono fare una bella guerra per liberarci dal male.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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