In pratica un bavaglio fascistoide diffuso a pochi giorni della commemorazione dell’omicidio di Paolo Borsellino e della sua scorta. Dietro questa assurda uscita sembra nascondersi, a voce di Antonio Ingroia, di Bongiovanni, di Salvatore Borsellino, l’intenzione precisa di evitare che si possa parlare della trattativa stato-mafia e che si possa minimamente mettere in discussione l’impostazione di una serie di eventi che vedono ancora coinvolti alcuni personaggi politici, a partire da Napolitano, che ha voluto far distruggere le intercettazioni di telefonate che lo riguardavano, per arrivare a Dell’Utri e persino a Riina, l’unico rimasto, dopo la scomparsa di Provenzano, a conoscere segreti e inconfessabili manovre tra rappresentanti dello stato e delinquenti mafiosi.
Quindi nessuno parli, ognuno se ne stia in silenzio al suo posto, salvaguardiamo l’immagine del tribunale di Palermo che qualcuno ha cercato o sta cercando di infangare e mettiamo tutto a posto secondo quello che noi, quelli che ci comandano e quelli con cui siamo alleati, riteniamo giusto.
“Sarebbero contenti Falcone e Borsellino, si è chiesto Ingroia, di come agisce oggi buona parte dei suoi ex-colleghi, ovvero di come opera il tribunale di Palermo”. La triste risposta è NO.
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