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Elezioni Regionali: uno sguardo su Partinico

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L’elettorato partinicese si è distribuito tra i sei candidati locali attribuendo una buona porzione di preferenze agli estimatori di Salvini.

Bei tempi quando all’ARS c’era qualche onorevole che rappresentava Partinico, fosse esso Cintola o Giuliana. Nel bene o nel male qualcosa ricadeva sempre sul territorio, fossero essi lavori di sistemazione di strade interpoderali o Cantieri scuola o assunzioni clientelari. Adesso invece, ancora una volta questa porzione di Sicilia non è rappresentata, a parte i tre deputati alcamesi, che comunque appartengono alla provincia di Trapani. L’elettorato partinicese si è distribuito tra i sei candidati locali attribuendo una buona porzione di preferenze agli estimatori di Salvini, che sappiamo quanto ama la Sicilia.

Il sempreverde dottor Briganò, da sempre camerata fermo, ha raccolto 2019 voti, l’altro suo collega il dott. Genova non è arrivato a mille voti, solo 992, meno del quasi sconosciuto Toti Longo e poco più dell’avvocatessa Caravella, che ne ha presi 570. Parliamo di tutta la provincia, ma messi assieme ci danno la bellezza di 4500 persone che stanno con Salvini. Incredibile: è bastato che la Lega Nord cancellasse la parola Nord e tutti si sono buttati dentro un partito che qualche settimana fa ha fatto un referendum per l’autonomia della Lombardia e del Veneto, regioni che non vogliono più dare i soldi che pagano in tasse per agevolare l’economia siciliana, dopo che, a partire dall’Unità siamo stati depredati di tutto e con i soldi e il sudore dei nostri lavoratori hanno costruito la loro attuale ricchezza. Ma non c’è niente da aggiungere se non che i voti di libera scelta d’opinione hanno preso altre strade, particolarmente quella del candidato grillista Parente, che ha avuto 2728 preferenze risultando il più votato. Forse si aspettava di più l’ex sindaco di Partinico Lo Biundo, che ha avuto 2228 preferenze e che, dietro promessa di Cracolici si era dimesso contando di sedersi all’ARS, con il risultato che Cracolici, anche lui gettonato a Partinico, è rimasto all’ARS, mentre Lo Biundo è rimasto fuori. Eletto anche l’altro esponente del PD Lupo, molto gettonato anche lui da quella parte del PD che non si riconosceva in Lo Biundo. Ben diversi i risultati per il vicino di casa Giosuè Maniaci, sindaco di Terrasini, dove è stato votatissimo, riuscendo a superare i quattromila voti, ma non certo e sorpassare i più quotati Lupo e Cracolici.

Conclusione: a Partinico e nei paesi vicini il PD ha sostituito, piano piano, attraverso una sapiente tecnica di alleanze e cooptazioni la vecchia democrazia Cristiana, ma sconta, così come nel resto d’Italia le scelte di un segretario politico abbandonato dallo zoccolo duro del partito e incapace di sciogliere le sue alleanze sotterranee con il berlusconismo. Renzi ha scelto di stare col centrodestra, con impresentabili, con Alfano e ha tagliato i ponti con la sinistra, la quale, a conti fatti non contava molto: ha raggiunto il 5%, la quota indispensabile per avere un candidato, Claudio Fava, che molto probabilmente lascerà il suo posto a Pino Apprendi. Boom elettorale del centrodestra, riemergere di vecchi e nuovi mostri, benedizioni berlusconiane e sfumature più o meno consistenti di Cosa nostra che presenterà subito il conto a quello che era il presidente della Commissione Regionale Antimafia, Nello Musumeci adesso diventato, al terzo tentativo, Presidente dei Siciliani. E se dietro Crocetta c’era Lumia, dietro Musumeci chi c’è? C’è Miccichè, il quale ha già annunciato per le prossime elezioni nazionali un altro 61 a zero.  Evvai!

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Redazione

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