Nel 2013 i soldi stanziati per l’emergenza migranti erano finiti: l’offerta politica di 500 euro a ciascun migrante per lasciare il paese non piacque ai più che scappavano da guerre e povertà. Lasciati sulla strada dopo due anni di assistenzialismo improduttivo, l’occupazione abusiva sembrava l’unica strada possibile; è così che oltre duecento profughi sono entrati nelle ex palazzine del villaggio olimpico, costruite per ospitare le delegazioni straniere durante le olimpiadi invernali del 2006 e poi totalmente abbandonate a loro stesse, ulteriore prova del solito spreco di denaro pubblico. Col tempo altre famiglie e altri profughi in cerca di un tetto si sono aggiunte, e ora sono più di 500 le persone a vivere in quelle quattro palazzine.
Ieri hanno vinto: il gip di Torino Luisa Ferracane ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo su richiesta della procura, da parte del pm Paolo Borgna. Alla Questura torinese è già stato chiesto di predisporre un piano per lo sgombero, compito che spetterà alla Digos “con i tempi e le modalità più opportune in base alle esigenze di ordine pubblico e sociali del caso. Si temono infatti tensioni e proteste da parte degli occupanti. Non si sa che fine faranno i migranti. Non si capisce se il Comune sta predisponendo un’alternativa abitativa ai profughi o se ne sta semplicemente lavando le mani.
“Il buonismo del Pd – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone- è sconfitto. hanno vinto, invece, le nostre manifestazioni anti-degrado che hanno dato voce all’indignazione dei cittadini di Lingotto nonostante le intimidazioni degli squatter e la militarizzazione del quartiere da parte delle forze
Aboubakar Soumahoro, dell’esecutivo nazionale dell’Unione sindacati di base Usb risponde così alla sentenza del tribunale: “Non stiamo parlando di turisti ma di esseri umani fuggiti da una guerra. Non è una questione di ordine pubblico: i rifugiati, sono il risultato delle scelte fallimentari del Piano emergenza Nord-Africa costato un miliardo e mezzo di euro. L’unica soluzione è rimanere nelle case dell’ex Moi e non accettare lo sgombero. Cosi non risponderemo alle provocazioni di chi cerca e vuole strumentalizzare la nostra condizione”.
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