Coppola nel tempo è stato più volte condannato per l’appartenenza a Cosa nostra, ritenuto dai giudici vicini ai boss Vincenzo Virga e Matteo Messina Denaro e con responsabilità dirette nella gestione degli affari della famiglia mafiosa di Paceco. Aver fatto da padrino al battesimo di un nipote del patriarca della mafia pacecota, don Vito Sugameli, sancì per lui negli anni 70 l’ingresso nella cosca di Paceco quale uomo d’onore. I suoi ultimi affari quelli della gestione di diverse attività commerciali, il commercio dei meloni, caratteristica produzione agricola della zona di Paceco, era il suo pallino, passione e impegno che avrebbe condiviso anche con altri soggetti pronti nonostante la sua caratura criminale a fargli da spalla. Pare che tra i suoi ultimi tentativi ci fosse stato quello di “intercettare” il commercio dei meloni gialli provenienti da terreni confiscati.
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