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Catania in Piazza, senza rabbia né paura

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“Trentadue anni dopo la battaglia contro i Cavalieri dell’apocalisse mafiosa, la lotta al monopolio di Ciancio, e l’assassinio di Giuseppe Fava, la città versa ancora nel degrado e nella soggezione. L’informazione è ancora sotto dittatura, i sindaci inaugurano ancora le aziende degli imprenditori collusi e i giovani lasciano a migliaia una terra senza speranza. È perciò che quest’anno, nel giorno della memoria e della lotta, chiamiamo i cittadini, con esponenti significativi della società civile, a incontrarsi con noi. Non per l’ennesimo dibattito fra politici ma per promuovere concretamente e insieme la salvezza della città”.

Questo era il nostro appello del 5 gennaio di quest’anno. L’appello è stato raccolto e numerose associazioni si preparano in questi giorni a sfilare in piazza contro la mafia.

Il potere mafioso, per noi, ha sempre avuto dei nomi e cognomi precisi (i boss e i killer ma anche gli imprenditori e i politici tolleranti o collusi) e noi de I Siciliani questi nomi li abbiamo sempre fatti con chiarezza. Non pensiamo di cambiare stile.

Mentre noi prepariamo le manifestazioni, a Palermo i carabinieri perquisiscono la sede di Confindustria. Imprenditori come Montante o Costanzo (che noi abbiamo denunciato per primi) sono ancora degli interlocutori? È permesso, adesso, fare i loro nomi?

I soldi di Ciancio in Svizzera, perché Repubblica non li ha pubblicati? Gli accordi fra Bianco e Ciancio esistono, o se li sono inventati i carabinieri? E quanto a noi, se facciamo queste domande siamo degli “estremisti” che turbano la pacifica convivenza di buoni e cattivi, o stiamo semplicemente seguendo la nostra storia?

È una storia precisa (Fava, D’Urso, Scidà) con una continuità che a qualcuno fa paura. E non a caso, a Catania, la si vorrebbe cancellare. Ma l’avvenire è figlio della storia e chi ignora il passato non può avere un futuro.

Questo diciamo ai giovani. Uniti, senza barriere politiche, senza paura. La mafia, il potere mafioso, la borghesia mafiosa non dureranno per sempre. Ma bisogna sfidarle a viso aperto, senza mezze misure. Rancore per nessuno, neanche per chi ha ingannato chi si fidava. Ma compromessi niente.

Avanti, allora, insieme in piazza e nella vita. È lunga ‘sta nottata, ma finirà.


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Riccardo Orioles

Direttore Responsabile di Telejato, è un giornalista italiano, punto di riferimento nel panorama delle firme giornalistiche in Sicilia, impegnato a contrastare la mafia e la corruzione. Alcune delle sue inchieste più notevoli riguardano i rapporti tra mafia e massoneria.

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