Una bella querela per diffamazione ha la duplice funzione di intimidire la vittima e di farle salire e scendere le scale del tribunale, mentre dall’altra parte, se il tribunale dovesse dare ragione al querelante, ha anche come ricompensa una somma in denaro e la punizione spesso anche penale del querelato.
A parte le innumerevoli querele della Bertolino, da qualche tempo anche i mafiosi di Borgetto e gli innumerevoli amici che li circondano hanno deciso di ricorrere alla querela, approfittando anche della difficoltà in cui è stata messa Telejato, a seguito delle recenti vicende giudiziarie. E così, dopo Benny Valenza, che sostiene di non essere mai stato condannato per mafia, gli ha fatto seguito Nicolò Salto, attraverso una parente, e adesso, il 31 maggio si è associato anche Vito Spina, del quale, già da sei anni abbiamo detto senza problemi che è il portavoce di Nicolò Salto in seno alla giunta di Borgetto, dove ricopre ancora il ruolo di vicesindaco senza che nei suoi confronti sia stato preso nessun provvedimento. Spina si è svegliato solo adesso, non sappiamo se sollecitato da qualcuno. Tutti all’attacco sulla base di un solo disegno che accomuna diversa gente, dalla mafia all’antimafia, ormai impegnata in un solo obiettivo: chiudere Telejato. Fino a quando possiamo resisteremo.
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