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Liceo scientifico di Partinico: cosa c’è sotto?

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Nei giorni scorsi è pervenuta al sindaco di Partinico una lettera della prefettura, a firma Sanfilippo, dirigente dell’area,  che presenta alcune strane anomalie, al punto che c’è da chiedersi se chi l’ha scritta conosce la legge e, nel caso che, da quanto si evince dalla lettura, non la conosca bene, se non sia il caso di segnalare tutto al prefetto con l’indicazione di rimuoverlo dal posto che occupa,  Solo a livello di stranezza si noti che la lettera è stata scritta  in data 8.1.2024, è pervenuta al comune di Partinico dopo qualche giorno e, con una tempestività incredibile e sospetta  il Sindaco ne ha dato riscontro con la delibera del 12.01.2024, cioè quattro giorni dopo. Apprendiamo, da quanto scritto,  che la delibera delle Commissarie, con il parere positivo sul cambio di denominazione del Liceo, è pervenuta in Prefettura nel mese di giugno 2023, questa volta invece con un anno di ritardo rispetto a quando era stata formulata. E’ stato possibile individuare che la responsabilità di tale ritardo è imputabile in buona parte ai funzionari del Comune di Partinico. Si presume  che, assieme alla delibera  sia stato inoltrato e allegato il verbale del Consiglio d’Istituto. Il dirigente  autore della lettera forse ignora o forse finge di ignorare che  le Commissarie non propongono, ma che hanno espresso un parere sulla decisione. Lo stesso errore è ribadito nel successivo passaggio, in cui si legge che “lo scrivente, nel mese di aprile 2023 aveva interessato il segretario comunale al fine di rappresentare la necessità che alla Prefettura pervenisse dall’amministrazione subentrata alla commissione straordinaria e, ove lo si ritenesse opportuno, una richiesta formale di nuova intitolazione nel senso testè indicato. Non essendo a tutt’oggi pervenuta alcuna determinazione da parte di codesta Amministrazione, si richiede di conoscere se l’Amministrazione intenda procedere o meno alla proposta in questione”.

La prima considerazione è: perché lo scrivente chiede al Sindaco una richiesta formale di nuova intitolazione? Cosa c’era che non andava nella documentazione già inoltrata?

È strano che, essendo la delibera delle Commissarie sia pervenuta in prefettura nel giugno 2023, nel mese di aprile 2023, cioè due mesi prima, si chieda alla nuova amministrazione Comunale una richiesta formale di nuova intitolazione: la richiesta va formulata all’organo competente, cioè al  Consiglio d’Istituto della scuola, non all’Amministrazione Comunale, che non ha competenza, ma esprime un parere. A parte tutto la scuola si era già espressa, aveva inviato la documentazione alla Sovrintendenza Regionale Scolastica, la quale l’ha poi ha inviato alla prefettura per l’ultimo parere e per il relativo decreto di denominazione. Non ci si spiega cosa c’entra il Comune in tutto questo. Eventuale corrispondenza avrebbe dovuto essere avviata dalla Prefettura con la Sovrintendenza, che aveva già inviato non solo la delibera delle Commissarie, ma anche il verbale del Consiglio d’Istituto, al quale il funzionario sembra non dare alcun peso.

La Circolare Ministeriale n. 313 del 12/11/1980, richiamando la Legge 23 giugno1927, n. 1188, al punto 3 sulle intitolazioni prescrive che la Giunta Comunale non ha il potere di confermare o annullare un’intitolazione,  (come fatto invece dal sindaco nella delibera del 12.01.2024 ) ma  può solo dare un parere da trasmettere alla prefettura, alla quale spetta la decisione finale. In tal caso non è stato dato un parere sul nome da sostituire, ma una conferma su quello esistente.

Si ritiene pertanto che le varie anomalie di percorso riscontrate nei tentativi  di sostituire alla delibera favorevole delle Commissarie una delibera contraria dell’attuale giunta,  lascino presupporre percorsi sotterranei per affossare la volontà degli organi istituzionali scolastici, con la scelta di una linea ideologica e politica che ben poco ha a che fare con  le finalità educative della scuola pubblica fondata sui principi dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antimafia.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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