RMK continuerà a trasmettere nonostante il provvedimento di revoca

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L’avevamo detto e oggi lo possiamo confermare: malgrado l’assurdo provvedimento di revoca di alcune frequenze in Sicilia (tra cui la nostra), Tele Radio Monte Kronio continuerà regolarmente a lavorare e a far sentire la sua voce libera. I tecnici hanno completato nelle scorse ore l’intervento necessario per il trasferimento dei nostri segnali televisivi (canale 115 e 645) presso il mux di proprietà di Tele Radio Sciacca, società che ringraziamo vivamente perché sin da subito ci ha garantito la massima collaborazione, partecipando anche alla corsa contro il tempo che una settimana fa il Ministero ci ha imposto, disponendo la disattivazione immediata dei nostri impianti. Un’intesa, quella tra Tele Radio Monte Kronio e Tele Radio Sciacca, che non può non essere considerata anche un simbolo di riscatto culturale di una città che oggi è chiamata a superare tutte le sue possibili divisioni.

Inutile dire che sono state ore frenetiche, quelle che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo. Tele Radio Monte Kronio è una cooperativa in cui oggi, grazie naturalmente agli inserzionisti pubblicitari, lavorano otto persone tra giornalisti, tecnici e impiegati, avvalendosi anche dell’ausilio di altri preziosi collaboratori. Ore frenetiche perché il Governo sta costringendo noi ed altre società come la nostra a porre rimedio ad un autentico abuso, commesso nell’ambito del provvedimento della cosiddetta “rottamazione delle frequenze”, provvedimento giunto al termine di un percorso che merita di essere rievocato sinteticamente dal principio.

Nel 2012, ossia quattro anni fa, una norma di legge di quelle piuttosto strane, approvate da un Parlamento italiano tradizionalmente assai solerte su alcuni argomenti, molto meno su altri, costrinse le tv locali ad adeguarsi ad una nuova tecnologia di trasmissione, passando dall’analogico al digitale terrestre. Ci riferiamo al periodo, lo ricorderete, in cui tutti noi nelle nostre case abbiamo dovuto fare ricorso al famoso “decoder”, o ai televisori di ultima generazione, altrimenti non avremmo visto più nulla. Tale trasformazione alle aziende televisive è costata molto, anzi: moltissimo in termini di investimenti economici. Va anche detto che diverse regioni italiane sostennero le imprese con contributi. La Sicilia si guardò bene dal farlo. Il Governo in carica all’epoca era quello presieduto da Raffaele Lombardo. Ma il successivo Governo passato nelle mani di Rosario Crocetta, che pure avrebbe potuto fare qualcosa, ha preferito seguire la medesima strada, non facendo assolutamente nulla.

Col passaggio al digitale terrestre Tele Radio Monte Kronio fu riconosciuto “operatore di rete”, ottenendo così la concessione di una regolare “frequenza” nell’ambito di una graduatoria regionale, e l’autorizzazione a poter trasmettere i suoi programmi in perfetta autonomia. Recentemente, però, lo Stato si è “accorto” di avere assegnato alcune frequenze che non avrebbe dovuto assegnare, perché queste interferirebbero (per la verità nessuno lo ha mai dimostrato) con le emittenti di Malta. Questa situazione non riguarda solo la Sicilia, ma tutte le regioni d’Italia, ancorché le interferenze per ciascuna regione riguardino stati diversi.

La conseguenza più ragionevole sarebbe stata quella di individuare delle soluzioni tecnologiche che rimediassero a quell’errore, non certo da noi commesso. Ma, si sa, in Italia le conseguenze non sono mai ragionevoli e così, dunque, è stato deciso che le frequenze assegnate per sbaglio andavano revocate. Insomma: avevamo acquisito un diritto legittimo che ci è stato sottratto senza scrupolo alcuno. Sarebbe stato più corretto fare uno sforzo serio per salvare le aziende e gli annessi posti di lavoro. E invece no.

Non solo: oltre al danno della revoca della frequenza, si aggiunge anche la beffa del mancato assolvimento, da parte del Ministero, di tutti quegli adempimenti propedeutici necessari previsti dalla legge per potere mettere le emittenti nelle condizioni di trovare soluzioni utili a continuare a lavorare. E invece negli ultimi giorni il Ministero ha accelerato in maniera assurda, varando il calendario per lo spegnimento degli impianti, disinteressandosi di tutto il resto: non solo dei posti di lavoro della gente, ma anche delle attese comunicazioni che avrebbe dovuto fare, a partire dall’elenco delle tv locali che avrebbero dovuto ospitare chi avesse perduto la frequenza.

Ma c’è di più. Sul provvedimento di rottamazione delle frequenze è tuttora pendente un ricorso al TAR del Lazio che, nel merito, si pronuncerà il prossimo 20 aprile. Eppure è stato ordinato lo spegnimento degli impianti immediato. E noi ci siamo adeguati a quest’ordine, anche se lo abbiamo fatto a denti stretti, perché riteniamo di trovarci di fronte a quello che abbiamo già definito un abuso. Ci siamo adeguati perché noi, pur di non andare incontro ad una disattivazione degli impianti dai tempi che sarebbero stati ignoti, abbiamo cercato una soluzione, individuando da noi un’intesa con Tele Radio Sciacca: se le nostre società avessero dovuto aspettare le indicazioni e i tempi del Ministero (che ancora non sono pervenute) oggi saremmo con un pugno di mosche in mano. Tra l’altro, gli interventi tecnici effettuati per garantire la continuità del nostro segnale, hanno prodotto dei costi non certo indifferenti che, temiamo, nessun “indennizzo” (anche su questo vige il più tenebroso mistero) potrà risarcire in maniera adeguata.

È in questo quadro sommario che è venuta fuori, in tutta la sua drammaticità, l’impotenza della classe politica parlamentare, regolarmente “scavalcata” da provvedimenti per i quali il Governo nazionale, quello presieduto da Matteo Renzi, Premier che si riempie tutti i giorni la bocca con la parola “jobs act”, è sembrato voler mirare quasi scientificamente allo spegnimento delle voci libere, perché probabilmente meno persone con un microfono in mano ci sono, meglio è per chi è al potere. Ma noi a questo ci siamo ribellati, e lo abbiamo fatto per salvaguardare la libertà di espressione e per mantenere quel posto di lavoro che, lo ripetiamo con orgoglio, non abbiamo chiesto a nessun politico.

Ecco, dunque, amici affezionati telespettatori di Tele Radio Monte Kronio, che in queste ore ci avete manifestato simpatia e affetto, la situazione nella quale ci siamo venuti a trovare. Abbiamo rimediato agli errori commessi da altri, da politici e funzionari superpagati che nella migliore delle ipotesi non hanno saputo fare il proprio lavoro; le peggiori delle ipotesi le lasciamo alla vostra immaginazione.

L’invito che in conclusione vi ribadiamo è a risintonizzare i decoder o i vostri televisori per continuare a ricevere regolarmente i nostri canali.

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