Intervista a Davide Mattiello: “Vespa può aver commesso il reato di associazione mafiosa”

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Bruno Vespa a Riina Jr, ha ipotizzato gli estremi del reato di associazione mafiosa commesso dalla Rai.

Da uomo delle istituzioni cosa ha provato con il triste siparietto Vespa-Riina?

I sentimenti e i pensieri sono stati molteplici ma ai più hanno dato adeguata rappresentazione le reazioni di Claudio Fava, di Gian Carlo Caselli, di Rosy Bindi e a quelle rimando. L’aspetto che più mi ha colpito è la potenziale pericolosità di ciò che è successo, come ho scritto pubblicamente all’indomani della trasmissione, al di la degli aspetti tristi, grotteschi, inopportuni, di quella intervista. Mi pare che resti decisamente sottovalutata l’attualità del sodalizio mafioso dei Riina, i ripetuti tentativi di riorganizzazione dei mafiosi nel palermitano, testimoniati dalle più recenti operazioni della DDA di Palermo, i piani per uccidere il dott. Di Matteo, svelati proprio da alcuni collaboratori ritenuti credibili dagli inquirenti, in particolare da Galatolo, proprio quei collaboratori contro cui si scaglia Riina J., agevolato in questo dal sig. Vespa. Ce ne è quanto basta per avvertire un pericolo e domandarsi se a mezzo RAI non si sia commesso un vero e proprio delitto, la natura del quale sfugge e sfuggirà sempre a chi per ignoranza o cattiva fede non abbia chiaro cosa sia il “reato associativo mafioso” e perché dopo decenni di morti ammazzati, finalmente nel 1982 sia stato inserito nel CP, facendosi spazio dopo l’art. 416 che aveva manifestato la propria insufficienza,

Avete invitato i vertici Rai in commissione antimafia, le loro risposte vi hanno convinto?

Mi pare che in particolare da parte della Maggioni ci sia stata una chiara e convinta assunzione di responsabilità

Cosa vorrebbe dire a Vespa?

Niente. Quello che ho da dire, l’ho scritto e spero che sia uno spunto utile per chi nel nostro Paese ha il compito di verificare se siano stati commessi reati.

Crede che Porta a porta dovrebbe chiudere le porte definitivamente?

No

Molti hanno ipotizzato dimissioni direttore Rai 1. Lei crede che serva questo segnale?

No. Credo che quello che è successo, anche alla luce della reazioni che ha provocato, si possa leggere pure dal punto di vista dei rapporti di forza all’interno della RAI che si scaricano sulle scelte editoriali, sia di sistema, che puntuali. Penso che ci sia materiale su cui riflettere e su cui prendere delle decisioni da parte della dirigenza RAI, appena rinnovata. Il tempo ci dirà se avranno capito la gravità di quanto accaduto o no.

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