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O ri cricchi o ri crocchi entreranno nella stanza dei balocchi

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Dopo la bufera dell’ultimo giorno, ormai l’area si va rasserenando e per gli otto candidati a sindaco di Partinico si apre ufficialmente una campagna elettorale che per alcuni di essi era iniziata molto prima.

Ora è tempo di cercare i voti casa per casa e di organizzare riunioni, sit-in con le categorie produttive, con la chiesa, con le associazioni e con tutti quelli che vogliono condividere nomi e programmi. Intanto già quasi tutti hanno fatto la rituale presentazione della lista, che vale anche come l’esibizione e lo schieramento di candidati, di amici, di gruppi familiari, di esercizi commerciali con relativi dipendenti, di consorterie di affari e in qualche caso di malaffare. Insomma una esibizione di potenza che dovrebbe dare le prime avvisaglie di quello che sarà il risultato finale. Nessuno creda che i mafiosi locali in questa partita se ne stiano a guardare. Sembra che qualche lista sia più preferita di altre, ma complessivamente sono spalmati in quasi tutte le liste, non si sa mai c’è sempre un piede dentro.

Stavolta i posti disponibili sono 23, poiché il 24° è riservato al candidato che risulterà perdente, in caso di ballottaggio e possiamo prevedere che il ballottaggio ci sarà, visto che difficilmente potrà esserci un’elezione “a prima botta”, con oltre il 40%, data la “pesantezza politica” di alcuni candidati e di alcune liste. Tre candidati a sindaco, Porcasi, Nicolosi e Nobile si sono candidati anche al consiglio comunale, non si sa mai, il seggio potrebbe scattare. Pietro Rao ha scelto di candidare al Consiglio il figlio, tanto per restare in famiglia.

Due cose sembrano caratterizzare queste elezioni:

  • In primo luogo lo spappolamento e la scomparsa del PD che non è stato capace di comporre, in siciliano diciamo “ncucchiari” una sua lista con il suo simbolo. Molti dei suoi adepti o militanti, lacerati da lotte intestine, hanno chiesto ospitalità ad altre liste, qualcuno è andato con il prof. Nicolosi, qualche altro con Maria Grazia Motisi, qualche altro con Filippo Aiello, per non parlare della svolta a 360 gradi fatta dall’ex sindaco Lo Biundo, che dal PD è passato a Rao, cioè alla Lega, e con lui il suo vicesindaco Albiolo. Se Partinico si configura come “laboratorio politico”, brutte prospettive si aprono per quel che resta del PD, anche in campo nazionale.
  • Il secondo elemento è quello delle transumanze, del cambio di bandiera, del voltafaccia spregiudicato e fuori da ogni coerenza politica con il proprio passato. Si potrebbe cominciare con Maurizio De Luca, uno dei sostenitori, per non dire dei fondatori del movimento Partinico Città d’Europa, di colpo transitato, senza colpo ferire, nella maxicoalizione di centrodestra. Qualcuno potrebbe pensare che è un arrivista, che pensa a se stesso, ma in realtà, dietro tutta l’operazione c’è la longa manus di Giuseppino Di Trapani, così come, sino a poco tempo fa dietro le manovre del PD c’era l’ombra di Elio Chimenti, che ormai sembra aver passato la mano. Insomma, sotto sotto la Democrazia Cristiana non è mai morta, poiché tutti i politici che appaiono, scompaiono e riappaiono provengono di là, anche Pietro Rao, che dall’UDC è saltato verso altri lidi, al punto che ci chiediamo se la sua, anzi le sue liste non dovrebbero chiamarsi “Movimento per Partinico Città della Padania”. Da tutt’altra sponda proviene il candidato penta stellato Costanzo, che, dopo essere vissuto all’ombra del padre e averne condiviso le scelte orientate verso la sinistra radicale, di colpo si è schierato con i grillini, o almeno con una parte di essi, poiché l’altra parte sta con l’altro Gaetano, il pittore Porcasi. Anche per lui non c’è stata una passata militanza grillina: è un nuovo arrivato, accolto subito dai simpatizzanti e messo lì da parte di coloro che si sono visti scavalcare dalla scelta di Costanzo, imposta dal neosenatore Mollame.

In queste girandole di passaggi c’è da restare frastornati, da chiedersi cosa ci sia dietro, non quali uomini, ma quali idee che possano servire al “bene” del paese, quali programmi, a parte le generiche affermazioni, o meglio le balle di avviare una nuova stagione di amministrazione trasparente e di riforme sostanziali”, come leggiamo nel comunicato stampa del centrodestra unito, dove è anche detto che le nomine assessoriali saranno rimodulate, cioè a dire, per ora vi buttiamo in pasto tre nomi, dopo vedremo cosa diranno le urne e cosa dirà il bellissimo Musumeci.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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