La memoria va coltivata ogni giorno
Riflessione sull'ultimo sfogo di Liliana Segre

In questi giorni Liliana Segre ha lanciato un allarme a proposito della Shoah: «Una come me ritiene che tra qualche anno ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella. Le iniziative che possono venire da una vecchia come me a volte sono noiose per gli altri, questo lo capisco perfettamente, so cosa dice la gente del Giorno della memoria. La gente già da anni dice, “basta con questi ebrei, che cosa noiosa”, quando uno invece l’ha visto l’orrore e sa che ormai ne può parlare solo con quattro o cinque persone, allora non è mai contento ed è più noioso degli altri».
Liliana Segre ha visto l’orrore da vicino da bambina, è scampata allo sterminio insieme a poche altre persone, e oggi a novantadue anni è costretta a girare scortata perché là fuori c’è chi le vuole del male, chi la riempie di insulti in modo gratuito. E come se non bastasse c’è anche chi sbuffa quando si parla dell’Olocausto, o ancora peggio chi nega tutto.
È inaccettabile. Fare memoria è fondamentale ma in tanti spesso lo dimenticano. A Milano ci sono voluti trent’anni per segnalare ai visitatori la presenza del Memoriale della Shoah alla Stazione Centrale, lo ha detto la senatrice a vita: «Sono andata credo circa trent’anni fa a parlare con l’allora dirigente delle ferrovie, dicendo di mettere un cartello e una freccia perché il Binario 21 è nei sotterranei e la gente andava sopra e non lo trovava. In questi giorni apparirà un totem fisso, ma quanti anni sono passati da quando c’è il Memoriale? Sono molto contenta che faccio in tempo a vederlo».
Almeno oggi, che siate a casa, a lavoro o a scuola, fermatevi anche solo un minuto per ricordare quegli anni terribili. La storia va studiata e raccontata, come fa quotidianamente chi è sopravvissuto a quel massacro.
«Nel periodo passato all’interno del campo di concentramento di Auschwitz mi ero nutrita di odio e di vendetta ma poi capii che non ero come quegli assassini, non avrei mai potuto uccidere nessuno. Vidi la pistola di un carceriere e pensai: ora lo uccido. Mi sembrava il giusto finale di quello che avevo sofferto. La tentazione era fortissima, la più grande che ho avuto nella mia vita, ma non raccolsi quella pistola. Da quel momento sono diventata quella donna libera e di pace che sono anche adesso. Mi dispiace da matti avere novant’anni e avere così pochi anni davanti. La vita mi piace moltissimo, anche se gli odiatori mi augurano la morte ogni giorno. La vita è una parola importantissima che non va dimenticata mai, perché non si torna mai indietro. Non bisogna perdere mai un minuto di questa straordinaria emozione che è la nostra vita. Gli adolescenti oggi vengono protetti, tenuti in una teca. Io da nonna vi dico: ragazzi voi siete fortissimi. Non aggrappatevi ai vostri genitori. Dovete essere preparati alla vita: lì non ci saranno più i genitori che vi proteggono, siate forti per voi stessi e anche per gli altri che avete intorno».
(Liliana Segre agli studenti di Milano, 2020).