Indagini su Pino Maniaci: alcuni tasselli del mosaico

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Si va delineando a poco a poco il quadro e i vari tasselli del puzzle che lo compongono, con il quale si è cercato di tagliare l’erba ai piedi di Pino Maniaci, di zittire una bocca diventata troppo fastidiosa e possibilmente di inchiodarlo  distruggendo l’alone di paladino dell’antimafia che egli ha cercato di costruire attorno a sé.

L’infamia ha una sua base nell’affermazione, che abbiamo letto sulla Repubblica, secondo la quale l’efferata morte dei due cani di Pino sarebbe motivata da questioni personali. Niente minacce mafiose, la mafia è innocente. Anche per tanti altri delitti, da Peppino Impastato a Mauro Rostagno, a Beppe Alfano, a Pippo Fava, all’inizio l’affermazione è stata sempre quella: la mafia è innocente. È la posizione tipica dei mascalzoni che vogliono distruggere l’immagine di una persona proprio in quello che lo caratterizza positivamente.

Ma andando indietro, è il 16 febbraio 2016, si tratta di un’intervista a Pino. Emerge dalle sue dichiarazioni che non è una novità che il suo telefono è intercettato e che si sta mettendo assieme la trappola per incastrarlo. Una serie di persone che lo hanno contattato telefonicamente, come risulta dai tabulati, sono chiamate dalla Procura e sono talora invitate a confermare quanto è stato già scritto deciso a tavolino, invitate a firmare quello che dovrebbero dire, in modo abbastanza perentorio. “Sto venendo a prendere i soldi delle magliette. Vedi chi ti tappiu”. Che vogliamo di più, è una chiara richiesta di pizzo. Oppure, se vogliamo andare indietro, c’è una dichiarazione di Pino sul presidente del consiglio comunale di Borgetto: egli sostiene che è collegata a certi ambienti mafiosi. Il presidente reagisce denunciando Maniaci. I consiglieri comunali chiedono che la cosa sia chiarita, il sindaco denuncia Maniaci ritenendo che sia stato offeso il Comune, così sarà il Comune a pagare l’avvocato, e il resto, su come andrà a finire, è tutto da scrivere, ma è chiaro che le dichiarazioni non possono essere lette a pezzettini, e che fanno parte di un insieme.

Quell’insieme che Silvana Saguto ha cercato di mettere su, con l’assenso e il benestare degli amici giudici di Magistratura Indipendente, tutti suoi colleghi affettuosi, Virga, Lo Voi, Petralia, ma anche con le riserve e l’opposizione di altri giudici, al punto da arrivare a farle affermare: “Se quelli lì si sbrigassero non ci sarebbe bisogno di ….”. Chi sono quelli lì che ci stanno andando con i piedi di piombo? Insomma si ha l’impressione che la nuova linea è stata lanciata, dopo che Vespa, tanto per mettere una pezza alla minchiata dell’intervista a Salvuccio Riina, chiama in televisione Angelino Alfano, e questo gli dice, più o meno che, visto che la mafia sta finendo, anche l’antimafia dovrebbe finire.

Cazzate dietro cazzate con l’annuncio a cui oggi tutti i pennivendoli di regime si sono associati: l’antimafia è morta, sono tutti corrotti, tutti sono nella stessa barca che affonda, la Saguto, Pino Maniaci che l’ha impallinata, Saviano, che rilascia false notizie, Salvatore Borsellino che abbraccia Massimo Ciancimino, Helg, Montante, Lo Bello, Ciancio, ricchi e poveri, colpevoli e innocenti, boss e vittime, don Ciotti e Libera, Addio Pizzo, tutti nello stesso mucchio, tutti uguali, tutti a mare, dopo di che, dopo questa grande piazza pulita di discredito e di merda, Cosa Nostra, con i suoi colletti bianchi, con le sue toghe, con i suoi avvocaticchi, con i suoi imprenditori, con le sue aziende liberate dalla paura di finire sotto inchiesta, davanti a una magistratura intimidita potrà tornare a imperare, senza più bisogno di boss nascosti: basterà metterli bene in evidenza come componenti del sistema politico che ci regge, farli diventare onorevoli, oggi si decide a tavolino, presidenti ecc. e tutto sarà risolto.

Insomma, il sogno fatto in modo un po’ rozzo da Totò Riina e in modo più sapiente da u zzu Binnu in Sicilia e da Licio Gelli nel resto d’Italia, diventerà realtà.

4 Commenti
  1. ANONIMUS dice

    è un giornalista che “da fastidio ” con le sue inchieste,con i suoi toni diretti e sopratutto con il suo coraggio nel denunciare alcune situazioni di mafia in Sicilia…è ovvio che qualcuno abbia interesse a costruire una vicenda giudiziaria,anche spudoratamente falsa,pur di farlo tacere…fossimo stati negli anni 80 gli avrebbero sparato,invece oggi la mafia agisce screditando chi da fastidio…

  2. Piaciullo dice

    Se Maniaci ha l’amante mi cade un mito e capisco il cornuto che in qualche maniera doveva vendicarsi, però poteva evitare di assassinare i cani e magari poteva riempire di botte Maniaci stesso. Condoglianze alla moglie di Maniaci, sempre se è vero che è cornuta. Solo questo mi spiace di tutta questa vicenda, per il resto non penso che sia un ricattatore Maniaci, però resta il dubbio che sia un traditore della moglie e cornificatore. Mi auguro che siano calunnie, altrimenti io non lo seguo più, chi tradisce la moglie non è una persona credibile e onesta.

  3. 'nteregghekkiù dice

    Penso sia arrivato il momento che pino risponda pubblicamente alle accuse mosse e alle intercettazioni che tutti in queste ore stiamo ascoltando. Purtroppo in un mondo sottosopra cOme quello che viviamo la fiducia cieca non si concede più a nessuno ed ognuno di noi è chiamato a guadagnarsela giorno per giorno con i fatti.
    spero sia tutto un tragico errore .

  4. Alessandra dice

    La stampa di regime ha ricevuto ordine ben precisi dalla mafia:

    “Sticcà (Maniaci, Borrometi, Maresca, Di Matteo, Davigo, Ingroia e sti sindaci grillini) non li possiamo toccare ah, sennnò gli italiani miihh…la rivoluzziooone fanno e tu unna vuoi a rivoluzzioone ah, ….lontano dalle urne li devi tenere sti cugghioni di cittadini, ah
    sennò come te la matnieni a famigghia viziuosa e come ti porti a casa i piccioli se non li rubbi alla politica.
    Allora se non li posso toccare, spicciati a spezzargli le corna con la calunnia e l’umiliazioone.
    Sti cugghioni di cittadini se vedono che è solo un omincchio con probblemi di corna, presto presto se lo dimenticano e ce lo levano di torno loro, ah”
    ….e così via tutti contro.
    Il fratello di Borsellino però non sa che pensare, Ingroia è deciso a difenderlo, Teljato continua i suoi articoli contro il malaffare e cerca di mettere insieme i tasselli.
    Bisogna stare molto attenti, anzi attentissimi a non farsi manipolare la testa.

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