Discarica abbandonata da 5 anni, è costata 3 milioni

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Parliamo dell’impianto di compostaggio di Bisacquino che al momento della costruzione, circa cinque anni fa, venne indicato come la soluzione a tutti i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti nell’Alto Belice

Un opera strategica, costata tre milioni di euro e realizzata dall’Alto Belice Ambiente, bloccata da una società in crisi. Questo il fatto, che si va ad inquadrare in uno scenario dove la Regione è in cerca di siti alternativi alla discarica di Siculiana da oggi chiusa perché satura, e di diversi comuni che si ritrovano in situazione d’emergenza perchè pur avendo un impianto sono impossibilitati ad usarlo.

Stiamo parlando di un impianto capace di smaltire 6500 tonnellate di rifiuti in un anno, certo non adeguato quindi a sostituire l’impianto chiuso in provincia d’Agrigento, ma che sicuramente potrebbe essere in grado di ridurre l’entità dell’emergenza rifiuti che si prospetta all’orizzonte. Per rimettere in funzione l’impianto di compostaggio di Bisacquino occorrerebbe all’Ato una somma che si aggira intorno ai sessantamila euro, che servirebbe a riattivare l’impianto fermo da 5 anni e conseguentemente far risparmiare a tutti i comuni dell’Ato una cospicua somma di denaro.

L’Ato prossimo al fallimento guidato dal liquidatore Roberto Terzo e dal commissario Maurizio Norrito è bloccato dalle grane economiche e dal veto di alcuni soci, cioè gli stessi comuni, che si sarebbero opposti senza alcuna logica all’attivazione dell’impianto.

Una scelta apparentemente priva di alcuna logica politica ed economica in quanto i Comuni dell’Alto Belice Ambiente conferiscono i propri rifiuti solidi a Marsala con un costo di 2.300 euro per tonnellata. Insomma si potrebbe ottenere un cospicuo risparmio adoperando un minimo di buon senso, evitando così per altro di vanificare lo sforzo economico prodotto per la costruzione dell’impianto di Compostaggio

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