Scuola, non è ancora la volta buona

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Rinviato al prossimo consiglio dei ministri il nodo relativo al provvedimento sulla scuola e i precari

Parafrasando il premier Renzi verrebbe da dire in ordine, precari e ministra Giannini state sereni. In realtà c’è poco da star sereni e la situazione legata all’assunzione dei precari è in bilico. Accusato di essere un decisionista e di fare tutto in maniera autoritaria, questa volta Renzi ha lasciato la patata bollente nelle mani del parlamento lanciando un messaggio politico chiaro ai suoi detrattori e ai sindacati che sono rimasti abbastanza freddi davanti alla bozza preliminare.

La ministra Giannini che ci ha messo la faccia continua a difendere la posizione presa a favore dei precari affermando che, indipendentemente dallo strumento legislativo che verrà scelto martedì nella prossima seduta del consiglio dei ministri, a settembre migliaia di precari verranno assunti.

Un ennesimo rinvio che ha lasciato spiazzata la ministra che da Scelta Civica ha cambiato casacca passando al PD. Non si fa cenno a coperture finanziarie ma solo grandi proclami per cui il miliardo di Renzi potrebbe non bastare. Si parla infatti di assunzioni, aumenti di stipendio per gli insegnanti meritevoli (resta da vedere con quali criteri e cosa si intende per merito) e sgravi fiscali per le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie. In particolare quest’ultimo provvedimento forse presenta più di un profilo di incostituzionalità a fronte di un’istruzione che dovrebbe essere pubblica laica e solidale.

Non si tratta di liturgie da vetero-sindacalismo come potrebbe invece affermare Renzi ma di semplice buon senso. Come si può a fronte di una carenza strutturale di fondi e il blocco del turn-over parlare contestualmente di assunzione di precari che come detto dalla Giannini sono persone che non hanno avuto per 20 anni un concorso disponibile ogni 3 anni, come la nostra Costituzione e la legge indicano e che si sono trovati in una condizione di aspettativa di assunzione, di precariato permanente e contestualmente parlare di incentivi indiretti alle scuole private?

Citando il conte Mascetti di “Amici miei” siamo davanti a quella che potrebbe essere un’ennesima supercazolla di matrice renziana, un po’ di populismo “per antani” spalmato su un possibile provvedimento con delle forti illogicità.

Il titolare del ministero di viale Trastevere, ha precisato che il passagio da un decreto legge a un disegno di legge per la riforma della scuola lo “abbiamo maturato” insieme a Renzi “per una consapevolezza della complessità e dell’importanza di questo provvedimento: ci siamo riuniti l’ultima volta ieri mattina a lungo”, ha ricordato il ministro, sottolineando che “questa non è una riforma che assume precari, lo è anche. Ma non è questo il punto qualificante. Questa è una riforma che da’ un progetto educativo nuovo alla scuola italiana“.

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