Traffico di rifiuti speciali su scala nazionale

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Lunghe ed articolate indagini relative al traffico di rame ed ad un ingente traffico di rifiuti su scala nazionale, hanno portato all’emissione di nove (9) misure cautelari personali degli arresti domiciliari e ad un sequestro preventivo.

Personale del Compartimento Polizia Ferroviaria per la Sicilia e del Corpo di Polizia Provinciale di Palermo, in collaborazione con i Compartimenti Polizia Ferroviaria per la Campania e la Lombardia, ha eseguito, stamane, le citate misure, nei confronti di:

  1. MARINO Baldassare di anni 63, amministratore unico della Fondi-Metal r.l. avente sede in Carini;
  2. MARINO Francesco Paolo di anni 34 , dipendente della impresa Fondi-Metal r.l.;
  3. MARTINES Vincenzo di anni 46, ragioniere, della Fondi-Metal s.r.l.;
  4. MORICI Luigi di anni 44 dipendente della Fondi-Metal r.l.;
  5. MARINO Vincenzo di anni 60, socio e dipendente della Fondi-Metal r.l;
  6. CONTRO’ Domenico Mario di anni 60, dipendente della Fondi-Metal r.l.;
  7. DI LORENZO Luigi di anni 60, procuratore della Metal Group r.l., di Napoli;
  8. VIVACQUA Antonio di anni 34, già amministratore unico della V. Metalli s.r.l, di Milano;
  9. ALFARANO Francesco di anni 49, amministratore unico della FARO r.l, e della Almet s.r.l di Marcianise (CE).

Nonché, è stata posta sotto sequestro preventivo l’impresa FONDI-METAL s.r.l. avente sede in Carini (PA), via delle Industrie nr. 7.

Le indagini, condotte dai Sost.Proc. della Rep. presso la Procura della Repubblica di Palermo, Dr. Calogero Ferrara e Dr.ssa Claudia Bevilacqua, con il coordinamento del Proc. Agg., Dr. Salvatore De Luca, hanno accertato una serie di condotte finalizzate al traffico illecito di rifiuti speciali.

Secondo la ricostruzione accusatoria è stata evidenziata la violazione della disciplina del D.L.vo 152/2006, c.d. Testo Unico Ambientale, ovvero la gestione illecita di rifiuti in territorio ove all’epoca dei fatti vigeva lo stato emergenza (art. 6 comma 1 lett. “b” L. 2010/2008) e ricettazione (art. 648 c.p.).

L’attività d’indagine si è incentrata sul controllo delle società coinvolte e delle loro attività, attraverso servizi di osservazione e monitoraggio degli spostamenti di mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti e l’acquisizione ed il sequestro di documentazione.

Attività di intercettazioni telefoniche e ambientali e conseguenti attività di riscontro sulle modalità criminali di gestione e smaltimento dei rifiuti gestiti dalla FONDI METAL hanno permesso al G.I.P., Dr. L. Jannelli, di verificare una pluralità di condotte illecite, in costante violazione della normativa ambientale e di emettere rispettive ordinanze di misure cautelari nei confronti dei nove soggetti, attualmente sottoposti agli arresti domiciliari.

L’indagine prende spunto nel 2010 da un controllo compiuto alla società Fondi – Metal, finalizzato alla repressione dei furti di rame.

L’esito delle verifiche, ha messo in luce, già in quella prima fase, una palese inottemperanza delle autorizzazioni, poi reiterata nel 2012, come verificato da un secondo accertamento.

Attraverso l’elusione dei controlli sulla tracciabilità dei rifiuti provenienti dai micro raccoglitori, c.d. ambulanti, (di fatto non registrati a carico della ditta Marino Baldassare), con la complicità dei dipendenti e con l’appoggio di società di comodo, si movimentava, regolarmente, un quantitativo enorme di rifiuti (con illecito profitto).

Altresì, si è costituito un semplice ma efficace artificio volto a celare una gestione illecita di rifiuti acquistati e rivenduti, dando luogo così ad un vero e proprio traffico illecito di rifiuti.

Tale illecito sistema era finalizzato, tra l’altro, a creare ambiguità tra le figure del PRODUTTORE – DETENTORE – TRASPORTATORE, così da celare ulteriormente l’origine del rifiuto rendendolo non tracciabile, consentendo di agire in un regime di assoluta illegalità ed ottenendone un complessivo illecito profitto stimato tra i 1,5 e 2 milioni di euro.

Tra i primi riscontri alle ipotesi investigative, il sequestro di una tonnellata di rame avvenuto al termine del 2011.

Le successive evidenze investigative, vagliate dagli inquirenti, hanno provato una serie di conferimenti di carichi di rame, ottone ed alluminio presso due ditte campane, la Metal Group di Casoria (NA) e la Almet s.r.l. di Marcianise (CE), i cui referenti Di Lorenzo Luigi e Alfarano Francesco sono stati ristretti presso le proprie abitazioni agli arresti domiciliari.

A Vivacqua Antonio, già amministratore unico della F.V. Metalli s.r.l. di Milano e destinatario di altri carichi di rifiuti speciali, il provvedimento è stato notificato in carcere a Bollate (MI) ove è ristretto per altra causa.

Esemplificativa è la stima della quantità di rifiuti non pericolosi gestita nel 2011 (circa + 47,5% sul limite massimo gestibile consentito, come confermato dai consulenti del Pubblico Ministero, concordanti con quanto provato dagli investigatori che si sono avvalsi anche della collaborazione di personale tecnico specializzato della Direzione Controllo e Protezione Ambientale della Provincia Regionale di Palermo).

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