Caso Maniaci: ci risiamo

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Caso Maniaci. Ci risiamo.

Il tribunale del riesame ha deciso di accogliere l’appello dei Pubblici Ministeri, contro la decisione del GIP che aveva rigettato la misura cautelare per il capo 14 dell’ordinanza, cioè quello relativo alla presunta estorsione nei confronti del sindaco Davì e del consigliere Polizzi entrambi del Comune di Borgetto, in relazione all’affitto di un immobile e alla stampa di un numero imprecisato di magliette. Con tale decisione il Tribunale ha ritenuto di applicare nuovamente, per Pino Maniaci la misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani, ordinandone la sospensione per il tempo necessario al deposito della relativa motivazione ed all’eventuale mezzo d’impugnazione che la difesa vorrà utilizzare. In parole povere questo significa che, alla scadenza suddetta, se nulla succederà, Pino Maniaci tornerà in esilio, cioè non potrà mettere piede a casa sua e soprattutto non potrà più condurre il telegiornale, con grande soddisfazione di alcuni giudici oggetto delle denunce dell’emittente locale.

Continua, in questo modo la linea dura che la procura ha deciso di applicare nei confronti dell’”imputato”, generalmente usata nei confronti di soggetti per pericolo di fuga, per pericolo di reiterazione del reato, e di inquinamento probatorio, malgrado il Procuratore della Repubblica Lo Voi abbia già detto che i capi d’accusa non prevedevano una reiterazione della misura che poteva essere emessa SOLO per casi gravi.

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