White Carnival. Il mafioso Orioles e il candido Bianco

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Allora: a Catania la mafia c’è, avevano ragione quei pazzi di Scidà e Fava. E chi sono i capi mafia?

FB_IMG_1454054772619Io, Matteo, Giovanni e qualcun altro. Ma allora perché organizziamo manifestazioni contro la mafia? Eh: per dar fastidio all’antimafioso vero, il grande Sindaco degli Elefanti. Fa cerimonie contro la mafia, fa promesse sui beni mafiosi, si fa parte civile – tranne che contro imputati importanti – nei processi: volete che la mafia non ne abbia paura? (Del resto, si chiama “bianco”: se fosse stato colluso, si chiamerebbe Maròn). Perciò la mafia comanda: Caruso, Ianniti, Orioles, andate e organizzatemi una bella manifestazione contro di lui.

Tutte queste belle cose le dice un seguace di Bianco, di cui non faremo il nome acciocché tutte le banche e consigli d’amministrazine della Mancha se lo contendano a vicenda. “Oggi chi si è sentito danneggiato da questa opera di legalità sta facendo di tutto per bloccarla. C’è chi la vuole indebolire con attacchi ingiustificati, con strumentalizzazioni o con manifestazioni pubbliche eterogenee e fuorvianti. C’è chi lo fa per miseri tornaconti politici…”.

Beh, confesso di avere qualche tornaconto politico pure io. La mia carriera elettorale s’è infatti bruscamente interrotta quasi sessant’anni fa, quando mi presentai alle elezioni per capoclasse (avevamo una maestra democratica) in quarta elementare e, grazie alle mie arti politiche, risultai eletto. “Orioles! – comandò da maestra dopo un paio di giorni – Debbo assentarmi un momento. Va’ tu alla lavagna e segna i buoni e i cattivi”.

Io segnare i buoni? Io segnare i cattivi? Mafiosi fra i miei compagni non ce n’erano, e neanche sindaci chiacchierati. Perciò disattesi l’incarico, e al ritorno della signora maestra rassegnai le mie dimissioni. Da allora non mi sono candidato più a niente, perdendo così molte buone occasioni di inaugurare discoteche mafiose, mettermi d’accordo con imprenditori indagati, devastare le spiagge e i porti del mio paese, e in genere prendere in giro i miei concittadini.

Che cosa pensa di tutto ciò il signor sindaco Bianco? Non pensa niente. Lui non pensa, non parla, non si degna di scendere a parlare coi suoi concittadini. È là da qualche parte dietro qualche finestra del palazzo, immobile e severo, mentre – “Catania città apertà” – nell’attiguo salone i suoi seguaci ridono e ballano dimentichi di tutto e in un angolo un tedesco imbriago strimpella disperatamente su un pianino.

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